martedì 15 maggio 2018

invecchiare vale

Ho detto a Chelsie, che baciava Cody tra le gambe per farlo ridere: non sarà sempre così. Non avrai più il seno per nutrirlo né l'abbraccio per farlo smettere di piangere. Sarà un estraneo terribilmente amato che non potrai consolare in nessun modo. Potrà ancora avere bisogno di te. Non più desiderio.
Il desiderio e il bisogno, negli uomini adulti, sono due forze distanti, che puntano in direzioni opposte.

Ho smesso di ascoltare, tutte le frasi che cominciano con 'la sinistra, se devo essere sincero ' o 'la sinistra, per chiamare le cose col loro nome' mi inducono ad isolarmi acusticamente, a tapparmi le orecchie...
Ho parlato per non ascoltare.
'Anche tu confondi la sinistra con l'età delle illusioni. La leggenda d'aver ragione che ha nutrito la nostra seconda infanzia. Quando ci facevamo carico dei mali del mondo come se ne conoscessimo la cura, con l'altruismo distratto di chi può sperperare il suo tempo'.
Mi ha guardata con uno stupore lusinghiero. Ho continuato: 'Se sinistra corrisponde a gioventù, parrebbe piuttosto naturale decretarne la fine, passati i cinquanta. Il problema è semmai che non siamo riusciti a contagiare le giovinezze seguenti. Dopo di noi tre infornate di giovani dediti alla dissipazione'.

Mi pare impossibile di aver concepito ciò che sto vivendo. C'è qualcosa di sbagliato in me, una volontà luciferina che applico dove arrivo, dove mi consente di arrivare la mia piccola anima, la mia anima senza grandezza e senza pace, sempre occupata a sbarcare il lunario.
Mi pare impossibile, ma è la verità. Sta accadendo. Siamo tutti attorno a un tavolo...

Ho bisogno di pensare che non si perde la grazia: Nemmeno quando si arriva in fondo.
Nino ansima in salita. Anche lui. Io no. Mi aggrappo alla mia superiore dotazione di fiato, come se potesse garantirmi un presente più lungo, un futuro più intatto.

'Me lo ricordo, dice Anna, le parole escono dalle sue labbra nascoste nel fiato, poco intellegibili, 'ti tendeva degli agguati...e tu rispondevi sempre...ti preparavi per giorni...ci studiavi...studiavi da spiritosa...povera marmocchia.'
'Ero talmente stupida'.
Anna chiude gli occhi e sorride. 'Per questo eri allegra.'
Sono uscita dalla stanza quando Peter si è sdraiato accanto a lei sull'altra metà del letto. Ho sostato fuori dalla porta, sul terrazzino. In ascolto, come se davvero la rete metallica potesse cigolare di nuovo sotto l'urto di due corpi che si compenetrano e si contraggono, uno sull'altro, uno dentro l'altro. Aspetto l'urlo appagato di Anna, la pausa di silenzio e poi quel mormorio molle, intimo, rotto da risate brevi che mi è sempre sembrato il completamento affettivo del piacere.
Non sento niente.
Quando sono tornata in cucina, non so dopo quanto tempo, la luce era spenta.
Non c'era più nessuno.

(Lidia Ravera, Il terzo tempo, 2017)

Nessun commento:

Posta un commento