martedì 6 marzo 2018

i maneggioni già a lavoro


Un'unica certezza, che già si sapeva: anche se non c'è alcuna maggioranza di governo, non si tornerà a nuove elezioni.
Tutto il resto è incerto.
Continuo a pensare che accadrà la cosa più probabile: un governo di centrodestra, appoggiato da qualche decina di 'responsabili' irresponsabili.
I Cinquestelle non governeranno neppure questa volta, statene certi.

E credo neppure Salvini.
Berlusconi non si farà mettere da parte, Mattarella avrà bisogno dell'appoggio almeno esterno del PD, che non potrà appoggiare un governo apertamente e dichiaratamente leghista.
Preferirà proseguire ad inciuciare con Forza Italia, come ha sempre fatto di fatto.
Ma Mattarella sa anche che la Lega non si farà sottrarre la guida del governo e farà saltare il banco del centrodestra se questo accadesse.
Quindi deve fregare la Lega, ma con calma e con garbo, come sempre.

Intanto, resta in sella Gentiloni, e chissà per quanto, almeno per gli affari correnti.
Napolitano, da decano, gestirà a modo suo l'elezione dei Presidenti di Camera e Senato.
Mattarella farà il resto: starà a lungo al telefono con la troika più che con i politici nostrani.
E manderà in esplorazione il Presidente del Senato appena eletto (magari Calderoli, ad es. già rinomato statista e creatore del Porcellum), su cui si saranno nel frattempo ritrovati i grandi inciuciatori di professione.
Se fallisse, cercheranno di far fallire sia Salvini che Di Maio e, a un certo punto, proporanno il loro nuovo terzo uomo di turno: il tecnico super partes, il non politico, il banchiere amato dalle borse e dall'Europa, il grande stabilizzatore.
Sempre che non si liberi Draghi, anche prima dell'autunno 2019.

Perlomeno ci godiamo la fine del PD, e non solo di quello renziano.
E il fallimento di LEU: i suoi fuoriusciti, se Renzi se ne va, torneranno prima o poi a casa.
O spariranno del tutto, come avrebbero dovuto già fare da tempo.
E ci godiamo l'insignificanza della Lista Bonino e il flop di Adinolfi.
E la marginalità di Casa Pound e Forza nuova, da un lato, e di Potere al popolo dall'altro.
Tutta roba che non ha né presente, né futuro, ma solo passato.

Due ultime considerazioni:
-l'astensione ha avuto un colpo d'arresto, almeno temporaneamente.
Ancora più necessario proseguire a lavorare per renderla politica e farla emergere dalla clandestinità e dall'indifferenza.
-per la prima volta non si nota differenza ra il voto alla Camera e quello al Senato. Dove sono finiti i giovani, la loro differenza, e i loro sogni ? Purtroppo, lo sospettiamo.





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