giovedì 9 novembre 2017

generi di s-conforto

Trovo sinceramente sconfortante quel che sta accadendo in Spagna.
Ministri scappati in Belgio, altri arrestati a Barcellona.
Le persone che si buttano in piazza a fare cortei di protesta per la loro liberazione.
E intanto tutti proseguono a collaborare e obbedire, nelle varie sedi (lavoro, uffici, scuole, università, polizia...).
E intanto i partiti indipendentisti si preparano a partecipare alle elezioni anticipate indette da Rajoy.
Altro che nonviolenza, potere dal basso, rivoluzione...
Soltanto teatro, simbolismi, retoriche.

Trovo sinceramente sconfortante quel che sta accadendo negli USA, e non solo, intorno al tema delle molestie e violenze sessuali nel mondo dei vip.
Trovo davvero ipocrita tutto questo denunciare, scandalizzarsi, fare outing, scacciare via i reprobi dichiarati o scoperti.
Tanto fumo e molto poco arrosto.
La violenza del potere viene ancora una volta denunciata, ma il potere della violenza resta lì, intoccato e intoccabile.
Show must go on.

Trovo sinceramente sconfortante il ritorno in pompa magna di Berlusconi, ancor più dell'ascesa della destra estrema (che vivo come ovvia e scontata, visti i tempi e la cultura securitaria dominante a destra e a manca...).
Il ritorno di Berlusconi è la conferma della palude italiana, una palude da cui non siamo mai usciti, dai Savoia ad oggi. La palude immota è la forma eterna della catastrofe italiana.
Possiamo solo sguazzare -lentamente, coattivamente e noiosamente- nel fango.

Trovo sinceramente sconfortante la tragica e crescente confusione della sinistra, una parola che ormai non ha più senso alcuno, almeno in Occidente.
Sempre alla ricerca di uomini della provvidenza e dell'unificazione (Prodi, Pisapia, Grasso), uno più palloso dell'altro, totalmente inetti a rappresentare una passione o un desiderio di qualcosa che possa muoverci oltre il pantano.
La maggioranza dei giovani non sa che farsene di questi relitti.
E l'alternativa, giovane per i giovani, non può essere Speranza, un morto che cammina.

Trovo sinceramente sconfortante che non sorga un movimento politico per un'astensione di massa alle prossime elezioni. O, almeno, di un partito del non voto che chieda il voto a tutti, contro tutta questa ignobile sceneggiata.
Boicottare il voto, in forme organizzate, dichiarate e generalizzate, sarebbe l'unica chance per provare a far saltare questa baracca chiamata 'democrazia'.
Ma, in mancanza d'altro, ci si attacca proprio al voto, e i risultati si vedono.
E nonostante i risultati, ci troviamo davanti ad una dipendenza e ad un automatismo reattivo che impedisce di vedere che proprio la soluzione è diventata il problema.




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