martedì 2 maggio 2017

tras-parenti

Renzi: Hanno votato due milioni di persone. Come si fa a dire che il PD è un partito personale ?
Traduzione: il PD si è definitivamente trasformato in PDR (partito di Renzi, cioè mio)
Quasi in milione di votanti in meno, quasi tutti delle regioni ex-rosse.
Che non voteranno o voteranno altro alle prossime elezioni politiche.
Lo so, ma chi se ne frega.
Non sarà una rivincita, ma un nuovo inizio. E' un libro bianco quello che si apre.
Traduzione: il prossimo congresso non farà prigionieri, mi prenderò tutto il partito ancora più di prima, visto che ho stravinto col 70% dei voti. E il prossimo governo lo farò insieme a Berlusconi, finalmente!
Orlando: resterò dentro il partito perchè alla fine tutto il PD ci darà ragione e seguirà la nostra linea.
Traduzione: proseguirò a fare il finto tonto lì dentro, come un pesce in barile. Lo sguardo da triglia ce l'ho già di default. Sino a quando non ci costringeranno a morire.
Emiliano: resterò dentro il partito e darò battaglia su tutto.
Traduzione: da dov'è che si esce ? E verso chi ? Qui non c'è più niente da fare, è finita.
Litigherò sino al congresso, per salvare la faccia, Ma poi...
Commento: La politica non sa più più cosa sia la verità.
Tutto viene detto, fuorchè quel che si pensa.
Tutto è trasparente e pubblico, fuorchè quel che importa.
Tutto si deve dire, fuorchè quel che si dovrebbe.

Ieri sono andato a vedere la versione cinematografica de 'Il cerchio', dal romanzo di Dave Eggers.
Il libro mi aveva molto colpito, ed anche il film -pur molto più piatto e semplificato- non è male.
Ritornano molti cari temi: la cura come dominio, la trasparenza come controllo, la rete come finta democrazia e vero totalitarismo, la sicurezza come valore assoluto, la verità come postverità.
Tutto -nel libro e nel film- avviene in diretta, sugli schermi degli smartphone, tra tutti gli interconnessi del mondo.
La politica è ormai totalmente divorata dal Cerchio, che ne controlla le idee e i voti.
Ma tutto avviene dolcemente, con amore e col sorriso anfetaminico sulle labbra, tra una festa e l'altra, immersi nei suoni e nella natura.
Non vi è parvenza di oppressione o repressione, tutto avviene in modo soft.
Ma la sensazione di essere in gabbia è totale.
Durante il film, nella poltrona a fianco, una ragazzina bionda, con le unghie finte e l'ombelico di fuori, ha continuamente smanettato con lo smartphone, guardando solo alcune scene a intermittenza, languida e ansiosissima.
De te fabula narratur...
Mi angosciava avere a fianco lei, molto più che il film.

All'uscita dal cinema, già da viale Trieste si sentivano i suoni della festa serale dedicata a Sant'Efisio. Balli sardi, launeddas, fisarmoniche, costumi preziosi sul palco.
Ma anche tanta gente che ballava nella piazza, in cerchio o a coppie.
Sapevo che la messinscena era finta, folkloristica, fatta per i turisti.
Ma la gente sembrava vera, sembrava godersela veramente.
Sembrava un vero paese, ancora vivo, che invadeva una metropoli lontana e ormai aliena da tutto questo. Ho avuto la sensazione che potesse esistere un popolo, e che era lì, presente.
Solo una bella illusione, lo so: ma mi ha commosso.



1 commento:

  1. L'umanità vista da fuori è un incubo. Vista al confine ti emoziona, perchè bene o male ne sei parte. Quando c'entri ti abitui.

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