martedì 23 maggio 2017

non siamo Capaci

Dedico queste pagine di Guy Debord alle ipocrite celebrazioni di oggi in cui si piangono Falcone, la moglie magistrata e la loro scorta. E infine (25 anni dopo!) si de-secretano i verbali degli incontri tra il giudice e il CSM, quegli incontri in cui si diede di fatto alla mafia il lasciapassare per la sua eliminazione.
Le pagine sono tratte dai 'Commentari sulla società dello spettacolo' del 1988, libro di un'attualità sconcertante.

Mai c'è stata una censura più perfetta. Mai l'opinione di coloro cui si fa credere di essere ancora cittadini liberi è stata meno autorizzata ad esprimersi ogni volta che si tratta di una scelta che riguarda la loro vita quotidiana. Mai è stato consentito di mentire loro con tale incoerenza. Chi guarda sempre per sapere il seguito non agirà mai, proprio così deve essere lo spettatore....
E' quindi arcaico parlare di scandalo, Si attribuisce a un importante uomo di stato italiano, che ha fatto parte contemporaneamente del governo legittimo e di quello parallelo della P2, Potere Due, una frase che riassume al meglio la fase in cui è entrato ora tutto il mondo: 'Ci sono stati degli scandali, ma adesso non ce ne sono più'.

Insomma, la disinformazione sarebbe il cattivo uso della verità. Chi la lancia è colpevole, chi ci crede un imbecille. Ma chi sarebbe allora l'abile nemico ? ...Ancora oggi il capitalismo dello spettacolare integrato fa finta di credere che il capitalismo della burocrazia totalitaria -talora presentato come la retrovia o l'ispiratore dei terroristi- sia ancora il suo nemico principale....Ma tutti i poteri costituiti pensano sempre a ciò che uno dei rari internazionalisti tedeschi aveva voluto ricordare un giorno:
 'Il nemico principale è nel nostro paese'. 

La nostra società è basata sul segreto...
Quando per esempio le nuove condizioni della società dello spettacolo integrato hanno costretto la sua critica a restare veramente clandestina, non perchè si nasconda, ma perchè è nascosta dall'imponente messinscena del pensiero del divertimento, coloro che tuttavia sono incaricati di sorvegliarla e, se necessario, smentirla, possono finalmente usare contro di lei i metodi tradizionali negli ambienti della clandestinità: provocazione, infiltrazione e diverse forme di eliminazione della critica autentica a vantaggio di una critica falsa, creata a tale scopo.

Nel momento in cui tutti gli aspetti della vita politica internazionale e un numero crescente  di coloro che contano nella politica interna sono diretti e mostrati secondo lo stile dei servizi segreti, con inganni, disinformazione, spiegazione doppia -quella che può nasconderne un'altra o semplicemente averne l'aria- lo spettacolo si limita a far conoscere il mondo estenuante dell'incomprensibile d'obbligo, una tediosa serie di romanzi polizieschi senza vita dove manca sempre la conclusione.

Quanto agli assassinii, sempre più frequenti negli ultimi anni, che sono rimasti del tutto inspiegati, talvolta è stata sacrificata qualche comparsa, mai si è arrivati ai mandanti, la loro caratteristica di produzione in serie ha il suo marchio: le menzogne sfacciate e mutevoli delle dichiarazioni ufficiali.
Questa sindrome di una malattia sociale acquisita di recente, si è rapidamente diffusa un pò dovunque, come se essa discendesse dai vertici degli Stati, la sfera tradizionale di questo genere di attentati e nello  stesso tempo risalisse dai bassifondi, altro luogo tradizionale dei traffici illegali e delle protezioni, dove questo genere di guerra tra professionisti si è sempre svolto. Tali pratiche tendono a incontrarsi in mezzo a tutti gli affari della società, come se in effetti lo Stato non disdegnasse di mischiarvisi, e la Mafia riuscisse ad assurgervi  realizzando in tal modo una sorta di congiunzione.

Nel gennaio 1988 la Mafia Colombiana della droga pubblicava un comunicato per correggere l'opinione pubblica sulla sua presunta esistenza.
Irritata per essere la sola sotto accusa, essa dichiara: 'Noi non apparteniamo alla mafia burocratica e politica, nè a quella dei banchieri e dei finanzieri, nè a quella dei milionari, nè alla mafia dei grandi contratti fraudolenti, a quella dei monopoli o a quella del petrolio, nè a quella dei grandi mezzi di comunicazione'.
Bisogna ammettere che queste persone sanno meglio di altre di che cosa parlano.
La Mafia trova nella società moderna il terreno migliore per affermarsi, il suo sviluppo è rapido come quello degli altri prodotti del lavoro con cui la società dello spettacolo integrato modella il suo mondo. La Mafia cresce con il gigantesco dell'informatica e dell'industria alimentare, della ricostruzione urbana e delle bidonville, dei servizi speciali e dell'analfabetismo.

Si sbaglia tutte le volte che si vuole spiegare qualcosa opponendo la Mafia allo Stato, perchè non sono mai tra loro rivali. La Mafia non è estranea a questo mondo, ma vi si trova perfettamente a suo agio: infatti nell'epoca dello spettacolo integrato essa si afferma come il modello di tutte le imprese commerciali avanzate. 

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