mercoledì 24 maggio 2017

in un colpo solo

Credo che il viaggio di Trump sia davvero emblematico del perchè il mondo va come va, e perchè non ci siano speranze di vederlo recuperare.

Primo passaggio, Arabia Saudita.
In un colpo solo, vende 110 miliardi di dollari di armi agli emiri e agli sceicch di Riad, ben sapendo che loro andranno a proseguire la guerra in Yemen (e chi se ne frega!) e che una buona parte di quelle armi saranno stornate verso gli attacchi terroristici dell'Isis (e di questo dovrebbe fregarcene qualcosa, o no ?).
In un colpo solo, unisce 50 capi di stato sunniti, li chiama all'alleanza contro il terrore, che con tutta evidenza è creato dai soli sciiti, contro cui lancia anatemi, del Bene contro il Male, proprio mentre in Iran Rohani cerca di convincere almeno la metà dei suoi concittadini (quelli che non l'hanno votato) che gli Stati Uniti non sono Satana.

Secondo passaggio: Israele-Palestina.
In un colpo solo si abbraccia e si bacia (con trasporto) Nethanyau, e si abbraccia e si bacia (con meno passione) Abu Mazen. L'odio degli arabi così sale, verso tutti e tre, esponenzialmente.
Hamas e Hezbollah gongolano.
Racconta le solite storielle sulla pace in Medio Oriente, va a mettere fogliettini sul Muro del Pianto ma fa la gita a Betlemme, si finge mediatore come avviene da decenni, e mai una parola sulle cose serie, sui fatti che accadono, tipo gli insediamenti che crescono o i palestinesi senz'acqua.
In un sol colpo,fa finta di far qualcosa, di voler bene a tutt'e due, e lascia le cose come stanno, cioè sempre peggio.

Terzo passaggio: Vaticano.
Trump non sa neanche cosa sia il cristianesimo o la Chiesa cattolica.
Per lui la religione è pura metafisica, non c'entra nulla con la vita.
Bergoglio lo sa, e l'ha anche detto ('chi costruisce i muri non può essere un cristiano').
Però il Papa fa finta che lui sia cattolico e che lo sia anche la moglie, tutta in nero (e chissà la biancheria intima...? New Bralette?); e Trump fa finta di ascoltare il Papa ('Non dimenticherò le sue parole').
E mentre il Papa gli parla di giustizia, di pace e gli regala un libro sulla bellezza della natura da salvaguardare, Trump vende armi, smonta la sanità pubblica, sbaracca gli accordi sul clima, investe sul petrolio e sul carbone, bombarda siriani ed altri subumani, espelle messicani e rafforza la Nato in Europa.


E qualcuno si lamenta ?
Possono bastare qualche perplessità del cerchiobottista Mentana o del solito Travaglio ?
C'è qualcuno che vuole ancora interpretare 'il politico' ?
No, in tanti fanno politica, dicono.
Ma la politica è morta, non c'è più.
Il politico, invece. esiste ancora, e sarebbe importante, urgente, dirimente agirlo.
Ma nessuno lo fa.
Non c'è tempo. Bisogna fare politica, dicono.
E Trump la fa, è innegabile: tre o quattro religioni, dieci guerre, mille nuovi casini in pochi giorni.
E in un colpo solo.
Un esempio per tutti.





eh no, sui bambini non si può...!

Molti hanno difficoltà a riconoscere che possiedono qualcosa soltanto perchè ad altri la stessa cosa è negata: che possono provare piacere solo a condizione che qualcun altro soffra.
E' matematico: se qui c'è abbondanza, vuol dire che là c'è scarsità.
Tutto quel che abbiamo lo abbiamo tolto, e in questo preciso momento lo stiamo togliendo a qualcuno.
In buona misura i divertimenti di una parte dell'umanità sono resi possibili dalla sofferenza e dalla miseria della parte restante.
In linea di massima questa miseria è sottratta alla vista di chi gode: il privilegio consiste appunto nella facoltà di allontanare da sè coloro la cui sofferenza permette il proprio godimento: ville e club esclusivi vengono costruiti apposta per separare le due categorie umane, lasciandone fuori la più numerosa e recintando quella più fortunata dietro barriere invalicabili.
L'abuso sessuale (e l'attentato terroristico ? ndr), al contrario, mette bruscamente in contatto la persona che gode con quella che soffre per assicurargli un godimento.
In un abbraccio forzoso si incastrano chi è accresciuto dal privilegio e chi da esso è scemato.
Contrariamente al caso dei bambini fabbricatori di palloni da calcio, che stanno in capo al mondo a cucire cuoio mentre noi intanto palleggiamo al circolo sul Tevere, nello stupro (e nell'attentato terroristico, ndr) non vi è alcuno schermo o distanza. Tra tutti gli esercizio di potere, è il più diretto.

(Edoardo Albinati, La scuola cattolica, 2016, p.873)

Non è probabile che quelli dell'Isis abbiamo letto 'La società dello spettacolo', ma -dal loro agire- parrebbe di sì.
Quel che è accaduto a Manchester ieri ci ricorda infatti ancora una volta (ma ancora una volta faremo finta di non vedere e di non sapere e di non capire, utilizzando tutti gli strumenti di copertura a nostra disposizione: indignazione, rabbia, amore universale, preghiere e guerre...) che il nostro distrarci e divertirci e rintontirci (di suoni, parole, gesta, eroismi sportivi e non, contatti virtuali,droghe, sentiment e lavoro...) è soltanto il nostro modo di coprire la violenza e il dolore che viviamo in profondo, quasi di nascosto, e che facciamo vivere -apertamente- a tre quarti del mondo.
Che tutto questo vociare ed esaltarsi nello spettacolo serve a mandare al macello intere generazioni di bambini, adolescenti e giovani, sperando che esse non se ne accorgano sino all'ultimo, ritenendo che proteggerle dal dolore e dalla consapevolezza sia il modo migliore di proteggerle dal male e dalla morte.
Situazioni come quelle di ieri svolgono quindi una funzione, purtroppo, rivelativa.
Non ci si può sottrarre alla violenza in un mondo come questo, e nessuno può considerarsi innocente, nemmeno un bambino. La verità è spiacevole, ma per me è questa, e va detta.

La dolce gattina Ariana Grande (molto ariana e grande stupidina) aveva intitolato il suo tour Dangerous Woman. Ed in effetti è pericoloso seguirne le gesta, i cui effetti sulla psiche infantile sono paragonabili a quelli di una bomba (seppur solo di idiozia).
Ma una cosa è lo spettacolo del pericolo, l'esibizione finta e consumata per gioco su un palco a pagamento; una cosa è trovarsi davvero nel pericolo (come i bambini di Aleppo e Mosul che non vanno a concerti e feste da una vita, e come i bambini di Manchester, per qualche secondo od ora, tra una festicciola e l'altra).
Queste giovani generazioni sono molto probabilmente destinate ad una nuova strage degli innocenti.
Ed ancora una volta non sono i nemici o i terroristi di turno a determinarla, ma i loro stessi governanti, educatori, genitori.
La nostra civiltà non ne sta uccidendo 22 o 100 in un giorno, ma a milioni ogni giorno e giorno per giorno.
E' il nostro stile di vita, sono le nostre scelte di consumo, è il nostro modo di vivere a generare morte, distruzione, inquinamento, guerra e terrore.
Ma viviamo, ed educhiamo i nostri figli, come se non fosse così.
E per questo, dentro la loro esistenza (e forse anche della nostra), saranno ancora una volta spazzati via dalla guerra.

Che male fa una come Ariana ? Che male avevano fatto quei bambini uccisi ? Che male c'è a divertirsi e ad ascoltare musica ? Che male c'è a mettersi le orecchiette da gatto e ballare ?
Il simbolo delle orecchiette nere si è già trasformato in simbolo di lutto, subito riutilizzato dai media e dai social. Ritrasformato in simbolo di unione, seppure nel lutto e nella morte.
Ed è proprio lì il problema, in una unità, una fraternità che vale solo per noi, e che esclude tutti gli altri.
E se in tanti non si divertono, e ci vedono divertirci, possono arrivare a pensare che l'unico modo che hanno per divertirsi è quello di farci smettere il divertimento -almeno per un attimo- e di ammazzarci.
E di ammazzarci i nostri bambini, così come noi -seppure per interposta persona e neppure facendoci saltare direttamente in aria- facciamo con i loro.










martedì 23 maggio 2017

non siamo Capaci

Dedico queste pagine di Guy Debord alle ipocrite celebrazioni di oggi in cui si piangono Falcone, la moglie magistrata e la loro scorta. E infine (25 anni dopo!) si de-secretano i verbali degli incontri tra il giudice e il CSM, quegli incontri in cui si diede di fatto alla mafia il lasciapassare per la sua eliminazione.
Le pagine sono tratte dai 'Commentari sulla società dello spettacolo' del 1988, libro di un'attualità sconcertante.

Mai c'è stata una censura più perfetta. Mai l'opinione di coloro cui si fa credere di essere ancora cittadini liberi è stata meno autorizzata ad esprimersi ogni volta che si tratta di una scelta che riguarda la loro vita quotidiana. Mai è stato consentito di mentire loro con tale incoerenza. Chi guarda sempre per sapere il seguito non agirà mai, proprio così deve essere lo spettatore....
E' quindi arcaico parlare di scandalo, Si attribuisce a un importante uomo di stato italiano, che ha fatto parte contemporaneamente del governo legittimo e di quello parallelo della P2, Potere Due, una frase che riassume al meglio la fase in cui è entrato ora tutto il mondo: 'Ci sono stati degli scandali, ma adesso non ce ne sono più'.

Insomma, la disinformazione sarebbe il cattivo uso della verità. Chi la lancia è colpevole, chi ci crede un imbecille. Ma chi sarebbe allora l'abile nemico ? ...Ancora oggi il capitalismo dello spettacolare integrato fa finta di credere che il capitalismo della burocrazia totalitaria -talora presentato come la retrovia o l'ispiratore dei terroristi- sia ancora il suo nemico principale....Ma tutti i poteri costituiti pensano sempre a ciò che uno dei rari internazionalisti tedeschi aveva voluto ricordare un giorno:
 'Il nemico principale è nel nostro paese'. 

La nostra società è basata sul segreto...
Quando per esempio le nuove condizioni della società dello spettacolo integrato hanno costretto la sua critica a restare veramente clandestina, non perchè si nasconda, ma perchè è nascosta dall'imponente messinscena del pensiero del divertimento, coloro che tuttavia sono incaricati di sorvegliarla e, se necessario, smentirla, possono finalmente usare contro di lei i metodi tradizionali negli ambienti della clandestinità: provocazione, infiltrazione e diverse forme di eliminazione della critica autentica a vantaggio di una critica falsa, creata a tale scopo.

Nel momento in cui tutti gli aspetti della vita politica internazionale e un numero crescente  di coloro che contano nella politica interna sono diretti e mostrati secondo lo stile dei servizi segreti, con inganni, disinformazione, spiegazione doppia -quella che può nasconderne un'altra o semplicemente averne l'aria- lo spettacolo si limita a far conoscere il mondo estenuante dell'incomprensibile d'obbligo, una tediosa serie di romanzi polizieschi senza vita dove manca sempre la conclusione.

Quanto agli assassinii, sempre più frequenti negli ultimi anni, che sono rimasti del tutto inspiegati, talvolta è stata sacrificata qualche comparsa, mai si è arrivati ai mandanti, la loro caratteristica di produzione in serie ha il suo marchio: le menzogne sfacciate e mutevoli delle dichiarazioni ufficiali.
Questa sindrome di una malattia sociale acquisita di recente, si è rapidamente diffusa un pò dovunque, come se essa discendesse dai vertici degli Stati, la sfera tradizionale di questo genere di attentati e nello  stesso tempo risalisse dai bassifondi, altro luogo tradizionale dei traffici illegali e delle protezioni, dove questo genere di guerra tra professionisti si è sempre svolto. Tali pratiche tendono a incontrarsi in mezzo a tutti gli affari della società, come se in effetti lo Stato non disdegnasse di mischiarvisi, e la Mafia riuscisse ad assurgervi  realizzando in tal modo una sorta di congiunzione.

Nel gennaio 1988 la Mafia Colombiana della droga pubblicava un comunicato per correggere l'opinione pubblica sulla sua presunta esistenza.
Irritata per essere la sola sotto accusa, essa dichiara: 'Noi non apparteniamo alla mafia burocratica e politica, nè a quella dei banchieri e dei finanzieri, nè a quella dei milionari, nè alla mafia dei grandi contratti fraudolenti, a quella dei monopoli o a quella del petrolio, nè a quella dei grandi mezzi di comunicazione'.
Bisogna ammettere che queste persone sanno meglio di altre di che cosa parlano.
La Mafia trova nella società moderna il terreno migliore per affermarsi, il suo sviluppo è rapido come quello degli altri prodotti del lavoro con cui la società dello spettacolo integrato modella il suo mondo. La Mafia cresce con il gigantesco dell'informatica e dell'industria alimentare, della ricostruzione urbana e delle bidonville, dei servizi speciali e dell'analfabetismo.

Si sbaglia tutte le volte che si vuole spiegare qualcosa opponendo la Mafia allo Stato, perchè non sono mai tra loro rivali. La Mafia non è estranea a questo mondo, ma vi si trova perfettamente a suo agio: infatti nell'epoca dello spettacolo integrato essa si afferma come il modello di tutte le imprese commerciali avanzate. 

sabato 20 maggio 2017

destablishment

La divaricazione del mondo si accentua.
In ogni società occidentale metà della popolazione elegge come leader chi non sta con l'establishment (Grillo) contro l'altra metà che continua a sostenerlo.
E chi sta con i poteri forti deve, per farsi votare, far finta di non starci, almeno sino a quando non lo eleggono e può ammettere finalmente di starci (vedi Renzi o Macron).
Oppure non può fare a meno di obbedir loro anche non volendo o avendo fatto una campagna elettorale contro di loro e per questo era stato eletto (ad es.Tsipras).
I poteri forti dicono: è' meglio che tu non sia eletto, ma sia eletto un altro; ma se proprio verrai eletto, visto che la democrazia elettorale ha i suoi limiti, allora sappi che non potrai governare, non te lo permetteremo mai, perlomeno per come vuoi tu, ti faremo impazzire (vedi Trump e, si parva licet, Raggi).
In passato, lo stesso Berlusconi ha avuto problemi simili, ed è stato sostituito da Monti e Letta, molto più affidabili per l'establishment (ma molto meno amati dal 'popolo').
Ecco perchè anche lui ha dovuto sempre farsi accompagnare da un Gianni Letta o da un Confalonieri, ed anche perchè in futuro, se vorrà governare, dovrà e potrà farlo solo insieme a Renzi.
Se ci pensate, lo stesso Grillo -d'altronde- non potrebbe fare un passo senza la Casaleggio Associati.

Ecco perchè, al momento, per i media di regime e i poteri forti, personaggi come la Le Pen, Farage, Grillo, Salvini (ma anche Corbyn o Melenchon) non sono candidabili a governare un paese occidentale e, almeno per ora, non possono vincere le elezioni.
Sono accusati di essere inaffidabili, populisti, anti-politici.
Come se non fosse la politica oggi, tutta, ad essere anti-politica.
Ma cosa c'è di meglio, per un Renzi o un Macron, di trovarsi di fronte un Salvini o una Le Pen ?
Hanno già vinto prima di iniziare, visto che tutti gli altri avversari potenziali si sono suicidati o sono stati eliminati. E gli astensionisti, seppur numerosi, non contano nulla.
Ma per quanto potrà durare ?
Il liberismo sta creando paura, risentimento, invidia sociale, odio razzistico, individualismo e familismo estremo, rottura dei legami sociali e fiduciari residui, ricatti lavorativi e guerre tra poveri, squilibri psichici e depressione.
Tutto questo ci sta portando già verso un nuovo totalitarismo politico: Putin, Erdogan, Nethanyau, Trump assomigliano insieme a dei prototipi e a degli sperimentatori.
E il futuro gli appartiene.



male forza tette

Da alcune settimane siamo entrati nel New Bralette World.
Una modella bellissima, supercarrozzata, senza un filo di grasso o una smagliatura, si mostra in tutto il suo fulgore e ci invita da ogni angolo ad ammirare il suo reggiseno a corpetto, nero o lilla, che si sporge a balconcino verso desideri inconfessabili, ma piuttosto ovvi.
Un vero e proprio bombardamento pubblicitario, come non si vedeva da tempo.
Evidentemente vogliono convincerci che senza il New Bralette non si può più vivere.

Il mirabolante reggiseno è, in qualche modo, raggiungibile. Irina Shayik, no.
Non credo che un maschio sia in fondo così interessato al reggiseno in sé e per sé.
Ma non potrà fare a meno di collegare le cose, quando si troverà davanti ad una donna vera, che abbia o meno indossato il New Bralette, insieme al suo grasso e alle sue rughe.
Colte da eccesso d'invidia molte donne diranno che con un bel passaggio di Photoshop anche loro potrebbero permetterselo.
Altre, più competitive, emuleranno subito la bella russa, comprandoselo o facendoselo acquistare dal malcapitato marito o dal clandestino amante.
Immagino cosa possano pensare i maschi islamici nel vedere i manifesti: quali turpi desideri li attraverseranno, coperti da anatemi e pubbliche condanne.
Nei loro siti porno le donne che si offrono devono portare il viso coperto, ma mostrano le tette.
Qui da noi, invece, coprono le tette col New Bralette, ma possono mostrare il volto.
Corto circuito interculturale niente male.

La vita è soprattutto culo.
Culo di essere nati qui e non lì, da una certa famiglia e non da un'altra, con un corpo od una faccia belli o brutti, con un certo grado di intelligenza o meno.
Tutto culo, in fondo, altro che meritocrazia egualitaria o impegno di vita.
Ma la democrazia, almeno in qualcosa, ha funzionato: anche ragazze brutte o povere possono oggi pagarsi le unghie finte, rifarsi le sopracciglia, depilarsi a dovere, truccarsi e profumarsi, ed anche farsi un bel lifting della bocca o del seno, risparmiando sui libri o sui pasti.
Mentre per l'intelligenza e l'origine si può far poco o nulla, il corpo può ora essere trasformato e rifatto quasi a piacimento.
Non sai più se una ragazza ha davvero le dita lunghe, o il corpo liscio, o il viso attraente.
E' tutto talmente finto che non capisci più nulla, almeno prima della mattina dopo.
Forse è per questo che una buona parte delle ragazze fanno di tutto per non farsi vedere prima delle 11, o corrono a sistemarsi in bagno appena sudano o hanno un pelo fuori posto.

Una dimensione meno correggibile e manipolabile resta quella vocale: quando iniziano a parlare, per quel che dicono, ma soprattutto per il tono e la volgarità dei modi, le apparenti 'signore' tradiscono molto di più i luoghi da cui vengono e dove possono andare (non ve lo dico...).
Ma ci sono anche quelle che ormai curano anche la dizione, ancora più finta di una foto su Facebook.

L'azienda del New Bralette, infine, per estrema ironia, si chiama Intimissimi.
La biancheria intima era, per definzione, quella che non si mostrava in pubblico.
Così come la nostra intimità:le cose erano intime proprio in quanto non esibite.
Oggi, che abbiamo sostituito l'intimità con la privacy, fingendo di credere che siano la stessa cosa, non possiamo fare a meno di rendere pubblicissimo l'intimissimo.
Altro paradossimoro della nostra vita: oggi chiamiamo intimo quel che si mostra a tutti, in pubblico, ed è in vendita.
D'altra parte, non siamo noi ad autoprofilarci continuamente su Internet, rendendoci la pubblicità di noi stessi ?
Benvenuti nel New Bralette World, dunque.










martedì 16 maggio 2017

fare il (m)orto botanico

Sabato 27 maggio, alle ore 10.00, ripresento in città (ma questa volta insieme alle studentesse di quest'anno) il mio ultimo librino  Fare il morto. Vecchi e nuovi giochi di renitenza (Sensibili alle foglie, 2016)
L'incontro si terrà all'Orto Botanico, in viale Frà Ignazio 11.
Siete tutti/e invitati/e.

Per vedere la locandina cliccate qui sotto:
Presentazione Fare il morto- Orto botanico

ciao




viaggiare, vivere, amare, morire

E' stato un viaggio strano questo, forse con troppe cose dentro, e sempre poco tempo, soprattutto per noi.
Un viaggio un po' da giapponesi, un japan tour.
Ma, anche così, siamo stati bene, comunque.

Siamo partiti nel veronese, alla festicciola di Kether, la scuolina libertaria di Avesa.
Una casa nel verde, tra le colline, circondata da un bel bosco abitato da bambini e ragazzi.
Niente di più distante, purtroppo, dai casamenti, dalle ambientazioni e dai costumi delle scuole normali, luoghi sempre più controllati, asettici e inumani.
Pioveva leggermente, ma continuamente, e siamo dovuti restare dentro, a gustarci la tenerella di Ferrara (una squisita torta morbida al cioccolato) e ad ammirare le operette creative dei bambini e dei grandi.

Poi siamo stati a Treviso, imbandierata per la festa nazionale degli alpini.
Una piccola città (80.000 abitanti) che attendeva 500.000 visitatori in tre giorni!
Incredibile quanto nazionalismo e patriottismo ci sia ancora in queste zone ancora ferite dai milioni di morti della Grande guerra. La guerra costruisce di sé un mito, anziché un rifiuto.
Anche quando la si celebra per i suoi morti, si rivitalizza e rinasce sempre nei cuoti, come Hillman ci ha ricordato. Verso di lei perdura un terribile amore.
E' quella stessa guerra che oggi ci riporta ai forni crematori in Siria, alla distruzione delle metropoli irachene, ai missili nucleari nordcoreani.
Alla guerra che invade le nostre vite, fosse anche solo come spettacolo (per ora).

Tra un posto e l'altro (visti anche i prezzi assurdi dei treni, ormai quasi tutti TAV) ci siamo serviti per la prima volta del Bla Bla car.
La cosa funziona, e costa decisamente meno.
Nel primo car-pooling abbiamo incontrato un tipo che non dormiva mai, un esperto di sicurezza civile e militare, in partenza per Tel Aviv. Meno male che il percorso era breve, perchè oltretutto era anche razzista.
Nel secondo un pugliese costretto a vivere al nord per lavoro (nel settore alberghiero).
Non parlava altro che di professioni, denaro e stipendi.
Ma al nord c'è qualcuno, tra le persone normali, che parli d'altro ?
Si presenti.

Le uniche due giornate quasi solitarie per me e Vivi sono state quelle del viaggio della (sua) memoria a Duino, il luogo in cui lei ha passato gli ultimi due anni del liceo, nel Collegio per il Mondo Unito.
Un tempo era un'istituzione nata con i migliori propositi pacifisti ed interculturali, salmodianti e salmonisti.
Oggi è soprattutto un vivaio per manager da Unione Europea, banche e FMI.
Una scuola d'elite, per ragazzi di tutto il mondo, che studiano troppo e sperano in una fulminante e redditizia carriera nelle migliori università del globo.
Posti molto belli, comunque. Il collegio sta proprio all'inizio della passeggiata verso Sistiana, resa celebre da Rilke nelle sue Elegie Duinesi: un cammino che costeggia il mare placido del golfo fi Trieste e le colline e doline del Carso.
Ed anche il giro a Trieste, sino a San Giusto, ci è piaciuto molto, pur nella leggera stanchezza e nel deciso assopimento.

Poi ci siamo tuffati al Cà Rezzonico, museo del settecento veneziano, avvolti da una città unica, sempre magica, nonostante il turismo di massa.
Il sole ci ha ospitato, facendo rilucere i rii, i campielli e le calli, con tinte e riflessi degni di un Canaletto.
Il clou della visita, tanto attesa, sono state le piccole stanze dedicate agli affreschi che i Tiepolo hanno dipinto per se stessi, nella loro villa di Zianigo, dedicati a Pulcinella.
Su di loro, divertimento per li regazzi, Agamben ha scritto un intensissimo libro che io e Vivi abbiamo assaporato a lungo insieme nei mesi scorsi.
I temi del gioco, del vivere e del morire, dell'invecchiare, del senso e non senso di essere uomini percorrono gli affreschi e lo sguardo finalmente libero, stanco e vivace del vecchio Tiepolo.
E' stato emozionante trovarceli dinanzi, finalmente, come se fossero dei nostri amici da sempre.

Ultimo passaggio a Lodi, in piena campagna elettorale per il sindaco (il nostro amico Stefano ha pensato bene di candidarsi, senza molte speranze, ma con leggerezza e divertimento...).
In questi mesi ho letto un libro dedicato agli affreschi di Clusone, in val Seriana: Danza macabra e Trionfo della morte, uno dei più belli in Italia.
Allora siamo andati a vederli insieme, oltrepassando valli verdissime e fiorite, attraversate da un Serio ondoso e brillante.
L'immaginario tardo-medievale della morte è potente, impressivo, ironico e spietato.
La morte è assisa sulla bara di un imperatore, assistita da due scheletri che colpiscono all'impazzata con frecce e schioppo, mentre sotto di lei i ricchi e i padroni, i vescovi e i mercanti chiedono misericordia e perdono, e cercano di scamparsela offrendo doni e inutili prebende.
Sotto ancora gli scheletri sorridenti prendono per mano i vivi e li conducono alla danza.
Amore per la vita e senso della morte si compenetrano e si arricchiscono a vicenda, senza tregua.

Ora siamo tornati ancora una volta a casa.
Ascolto della corruzione di preti e funzionari nel Cara di Isola Capo Rizzuto, faccio la somma con quel che mi racconta Vivi su quel che vede quotidianamente in quelli di Roma in cui lavora (spero non per molto): un vero disastro, questa 'accoglienza' dei profughi.
Soltanto uno sporco affare sulla pelle di povera gente disgraziata e disperata, che finisce dalla padella alla brace. Una solidarietà che assomiglia sempre di più al nazismo.
Un'Europa senza cuore, non più cristiana, che non è mai diventata umana.
A proposito di non umani e di futuro dell'Europa, vedo in libreria il libro di Macron che si intitola sfacciatamente 'Rivoluzione'.
Lui è al centro della copertina, che si rifà il nodo alla cravatta, e procede verso l'avvenire con fare sicuro e vincente.
Ieri ha scelto il suo Philippe (uno di destra) ed ha incontrato la Merkel, mentre i socialisti e i laburisti si sgretolano in tutta Europa. Il centro si fa destra e prova a proseguire a governarci.
L'alleanza post-elettorale tra Renzi e Berlusconi si avvicina anche per noi.
Le vacanze sono finite.










giovedì 4 maggio 2017

educazione libertaria

se qualcuno volesse leggere qualcosa sull'educazione libertaria, e sull'incontro che abbiamo organizzato all'Università i primi di aprile, può leggere quest'articolo che ho scritto per la rivista Educazione Aperta.
 http://educazioneaperta.it/archives/522

mercoledì 3 maggio 2017

dilemmi (non diletti)

Sono un topo ? O sono un hipster ?
Dopo qualche anno molti di questi giovani si accorgeranno di trovarsi in una corsa di topi. I giovani operai se ne accorgeranno dall'intensificarsi del ritmo di lavoro e, se si sposano, dalla scadenza delle cambiali. All'Uomo dell'Organizzazione ciò si manifesterà come rivalità tra colleghi, spinta al conformismo che la ditta esercita su di lui, ecc. Di tutti costoro la maggior parte seguiteranno a correre, ma qualcuno si scoraggerà e smetterà. Orbene, che ne è di questi pochi ?
Non è probabile che essi scelgano l'altra alternativa -quella di sforzarsi di restare in qualche modo nella società, senza far parte dell'Organizzazione. Perchè l'esperienza ha tolto loro ogni illusione: sono diventati hip.
L'hipster è una persona che si è allontanata dalla realtà commerciale, materiale, politica, fisica, intellettuale, credendo intensamente e proteggendo soltanto la sua individualità autentica, non emotiva, asociale e amorale. Il puro hipster non ha contatti formali e continuati con altri esseri umani; mantiene relazioni spontanee con coloro con i quali sente di essere in rapporto. Ci sono pochi hipster puri, di modo che un hipster può essere semplicemente una persona d'un cinismo estremo e amorale, cui dispiacciono i rapporti col prossimo, ossessionato dalla futilità e insincerità della vita moderna e che ha una forte inclinazione psicologica verso la morte; oppure una persona estremamente controllata e brillante.
Questi giovani precocemente disillusi, hip e rinunciatari, formano la Beat Generation.
Quali fattori di una genesi tipica di una Beat Generation abbiamo suggerito: 1. attaccamento alla famiglia borghese, ma 2. ripudio dei suoi valori, 3. senza altri valori validi in cui crescere.
I beats si ritengono in una crisi metafisica; debbono scegliere fra il sistema e la vita eterna, e quindi le loro espressioni filosofiche sono religiose e cosparse di riferimenti all'Apocalisse...
Nel complesso, la loro non è una posizione salda: rinunciare senza sapersi staccare, e dovere quindi fare ricorso a espedienti apocalittici.

Animale o asceta ?
Nella teoria e pratica ideali, la sessualità è considerata una delle funzioni naturali più importanti e l'atteggiamento verso di essa va dalla tolleranza all'esaltazione. Questa è la posizione di tutto il Pensiero, dalle pubbliche autorità alle riviste femminili, e della Corte Suprema nelle sue decisioni sui classici della letteratura; ed è messa in pratica, in una certa misura, da genitori psicologi, da igienisti mentali, da asili infantili e da gruppi di adolescenti e di adulti.
Ma ci sono incoerenze sconcertanti.
Ciò che va bene per il fratello, non va bene per la sorella, sebbene ogni ragazza sia la sorella di qualcuno.
Ciò che è ammesso e tacitamente perdonato non può pero farsi apertamente.
Così, sarebbe inconcepibile che un editore pubblicasse un sobrio raccontino per ragazzi avente a soggetto il giocare a fare il medico, o la sorprendente scoperta della masturbazione.
A un personaggio di un racconto d'avventura per ragazzo o per adulti avere un'erezione non è lecito come divorare un panino o addormentarsi.
Appare evidente che, come sempre, il solo antidoto ai tanto deprecati fumetti sadico-sessuali sarebbe presentare in tono normale la nuda verità; mentre quel che abbiamo -tolleranza unita alla rinuncia al contatto reale- produce esattamente l'impulso sadico-sessuale.

Sono un rivoluzionario ? O un conservatore ?
Alcune rivoluzioni non hanno luogo, la maggior parte vengono compiute a mezzo o compromesse, producendo così, nel sistema sociale, valori ambigui che si sarebbero evitati se il mutamento fosse stato più radicale. Una rivoluzione compromessa tende a sconvolgere la tradizione, senza raggiungere un nuovo equilibrio sociale.
Tesi di questo libro è, appunto, che il cumulo delle rivoluzioni mancate o compromesse dei tempi moderni, con le ambiguità e gli squilibri conseguenti, ricade inevitabilmente soprattutto sulla gioventù, rendendole difficile crescere.
La tradizione è stata spezzata, e mancano nuovi criteri da sostituire ai vecchi. La cultura diventa eclettica, sensazionale o fasulla (la nostra cultura attuale è tutt'e tre le cose insieme).
Non possiamo tornare indietro, perchè non c'è nulla a cui ritornare. Per avere una comunità stabile e completa in cui i giovani possano diventare uomini, dobbiamo faticosamente portare a compimento la nostra nuova tradizione rivoluzionaria.
In modo paradossale, questa decisione stoica esprime una posizione conservatrice, che mira alla stabilità e all'equilibrio sociale. Spesso, infatti, non si tratta di fare innovazioni, ma di riguadagnare e ristabilire le giuste proporzioni.
Ma certo, nel nostro sistema di vita, dispersivo e unilaterale, la proposta di conservare le risorse umane e di sviluppare le capacità umane è divenuta un'innovazione radicale.



Paul Goodman, 'La gioventù assurda. Problemi dei giovani nel sistema organizzato', 1956 (Einaudi, 1964) 

martedì 2 maggio 2017

tras-parenti

Renzi: Hanno votato due milioni di persone. Come si fa a dire che il PD è un partito personale ?
Traduzione: il PD si è definitivamente trasformato in PDR (partito di Renzi, cioè mio)
Quasi in milione di votanti in meno, quasi tutti delle regioni ex-rosse.
Che non voteranno o voteranno altro alle prossime elezioni politiche.
Lo so, ma chi se ne frega.
Non sarà una rivincita, ma un nuovo inizio. E' un libro bianco quello che si apre.
Traduzione: il prossimo congresso non farà prigionieri, mi prenderò tutto il partito ancora più di prima, visto che ho stravinto col 70% dei voti. E il prossimo governo lo farò insieme a Berlusconi, finalmente!
Orlando: resterò dentro il partito perchè alla fine tutto il PD ci darà ragione e seguirà la nostra linea.
Traduzione: proseguirò a fare il finto tonto lì dentro, come un pesce in barile. Lo sguardo da triglia ce l'ho già di default. Sino a quando non ci costringeranno a morire.
Emiliano: resterò dentro il partito e darò battaglia su tutto.
Traduzione: da dov'è che si esce ? E verso chi ? Qui non c'è più niente da fare, è finita.
Litigherò sino al congresso, per salvare la faccia, Ma poi...
Commento: La politica non sa più più cosa sia la verità.
Tutto viene detto, fuorchè quel che si pensa.
Tutto è trasparente e pubblico, fuorchè quel che importa.
Tutto si deve dire, fuorchè quel che si dovrebbe.

Ieri sono andato a vedere la versione cinematografica de 'Il cerchio', dal romanzo di Dave Eggers.
Il libro mi aveva molto colpito, ed anche il film -pur molto più piatto e semplificato- non è male.
Ritornano molti cari temi: la cura come dominio, la trasparenza come controllo, la rete come finta democrazia e vero totalitarismo, la sicurezza come valore assoluto, la verità come postverità.
Tutto -nel libro e nel film- avviene in diretta, sugli schermi degli smartphone, tra tutti gli interconnessi del mondo.
La politica è ormai totalmente divorata dal Cerchio, che ne controlla le idee e i voti.
Ma tutto avviene dolcemente, con amore e col sorriso anfetaminico sulle labbra, tra una festa e l'altra, immersi nei suoni e nella natura.
Non vi è parvenza di oppressione o repressione, tutto avviene in modo soft.
Ma la sensazione di essere in gabbia è totale.
Durante il film, nella poltrona a fianco, una ragazzina bionda, con le unghie finte e l'ombelico di fuori, ha continuamente smanettato con lo smartphone, guardando solo alcune scene a intermittenza, languida e ansiosissima.
De te fabula narratur...
Mi angosciava avere a fianco lei, molto più che il film.

All'uscita dal cinema, già da viale Trieste si sentivano i suoni della festa serale dedicata a Sant'Efisio. Balli sardi, launeddas, fisarmoniche, costumi preziosi sul palco.
Ma anche tanta gente che ballava nella piazza, in cerchio o a coppie.
Sapevo che la messinscena era finta, folkloristica, fatta per i turisti.
Ma la gente sembrava vera, sembrava godersela veramente.
Sembrava un vero paese, ancora vivo, che invadeva una metropoli lontana e ormai aliena da tutto questo. Ho avuto la sensazione che potesse esistere un popolo, e che era lì, presente.
Solo una bella illusione, lo so: ma mi ha commosso.



lunedì 1 maggio 2017

to be a good man ?

Poiché, certamente, sono in molti a veder chiaro che la struttura sociale sempre più predominante nel nostro paese è deleteria per ogni manifestazione di eccellenza e alta umanità, perchè non sono in più a parlarne francamente e a propugnarne il mutamento ?
E' una questione importante e credo che la risposta sia terribile: la gente è talmente istupidita dal modo in cui si svolgono gli affari e la politica al giorno d'oggi, che non è più capace di immaginare un'alternativa qualsiasi al mondo in cui viviamo...
Tale istupidimento non è che l'inevitabile, malefico effetto del nostro stesso tipo di rete organizzativa: il sistema si accaparra i mezzi e il capitale disponibili, compra in blocco tutta l'intelligenza che può e soffoca le voci di dissenso, e poi si proclama, in modo irrefutabile, l'unica società possibile, dal momento che non si può concepire altro.
Queste sono le circostanze in cui la gente si adatta a un sistema perchè 'non ci sono alternative'.
E quando non si può più pensare a nulla di praticamente realizzabile, si finisce per non pensare più affatto.

Gli operai industriali semispecializzati rappresentano la categoria più vasta dei lavoratori. Da parte di grandi compagnie si sono introdotti gli accorgimenti dell'antropologia applicata per accrescere la lealtà degli uomini verso l'azienda; ma si tratta chiaramente di un tentativo senza speranza , poiché si è constatato che l'enorme maggioranza di costoro non ha alcun interesse per il lavoro, non potrebbe averne di meno, e non è possibile indurli a provarne di più.
Ma questo non avviene a causa delle paghe o degli orari, né delle condizioni di lavoro, né della gestione dell'azienda. Gli operai sono indifferenti al lavoro per la sua intrinseca natura, poiché esso non richiede capacità particolari, non è 'interessante', non è 'loro', non ci si sentono 'dentro', ciò che producono non è realmente utile.
Penso che l'importanza data alla Sicurezza sia, in larga misura, un effetto della reazione rassegnata alla propria incapacità di rendersi conto se il lavoro delle proprie mani sia utile a qualche cosa; perchè, in una condizione normale di vita, se quel che facciamo è utile. Abbiamo la sicurezza di essere necessari...Ciò è indicato dall'importanza capitale che i lavoratori attribuiscono all'essere 'dentro' alle cose, e all''apprezzamento del lavoro fatto'.
Questi uomini vorrebbero un lavoro valido, che sia in qualche modo 'loro', e non possono averlo.
Non è questo 'lo spreco delle nostre risorse umane' ?

Passiamo ora a considerare le prospettive di lavoro delle persone dotate di intelligenza verbale.
Per quelli che appartengono a questo gruppo il problema di trovare un lavoro da uomo è più difficile, e la loro disillusione più pungente; e ciò, semplicemente, perchè costoro non possono astenersi dal porre questioni di carattere più generale, ad esempio sull'utilità del lavoro.
L'indifferenza' del lavoratore più intelligente tende ad apparire più nettamente come rassegnazione profonda, ed il suo cinismo si acuisce ancora oltre.
Supponiamo che il nostro giovane di divenire insegnante di scuola elementare.
Coloro che vi si dedicano non sono facili a soccombere al cinismo o all'indifferenza; i bambini sono troppo vivi e immediati perchè gli insegnanti possano diventare insensibili.
Ma come possono, gli insegnanti, non provare disperazione prima, e rassegnazione poi, essendo i sistemi scolastici quello che sono ?
La rassegnazione si determina, psicologicamente, nel modo seguente. Frustrati nella loro azione essenziale, non possono tuttavia mandare al diavolo il lavoro, così l'ira si ripiega su se stessa e diventa rassegnazione.
(Naturalmente, l'insegnante rassegnato può poi assumere un viso contento e continuare ad essere molto attivo).

Che accade, poi, a coloro che, dotati di intelligenza verbale, non si sentono portati ad una professione di pubblica utilità e non hanno nessuna particolare inclinazione scientifica o artistica?
I più entrano nella cerchia del commercio, del divertimento, della direzione d'affari e della propaganda commerciale. Si può dire subito che qui non è il caso di parlare di utilità o di onore, e quindi un ragazzo che mira ad una carriera da uomo non la cercherà qui. Ma, anche se possiamo sorvolare sugli aspetti penosi e spiacevoli di queste professioni ben pagate, esse sono per noi di particolare interesse per il modello che offrono all'adolescente.
Consideriamo gli uomini e le donne che fanno pubblicità televisiva presentando un prodotto o cantando canzonette pubblicitarie. Sono pagliacci e manichini nell'espressione del volto, nell'atteggiamento e nella voce.
Sono esseri umani che eseguono e organizzano questo lavoro (tra l'approvazione generale, oltre tutto). Essi non sono buoni modelli per il ragazzo che cerchi un lavoro da uomo, utile e necessario in se stesso, che richieda energie e capacità da uomo, e che possa essere svolto con onore e dignità.
Ma la valutazione di questi personaggi è molto diversa.
Scrive ad esempio Jackie Robinson: 'Al Senato suggerii di valersi delle celebrità e dei divi dello sport, dello schermo, del teatro e della televisione. Essi possono collaborare avvicinando ragazzi delinquenti. Offrendo 'eroi' positivi che i ragazzi conoscono e con cui possono parlare, potrebbero contribuire ad incanalare in senso buono e positivo le lorol normali aspirazioni al prestigio e ad una posizione sociale.'
Così, quando ad una rappresentanza di studenti secondari dell'Oklahoma, fu chiesto chi avrebbero voluto essere, fra le persone viventi, i ragazzi indicarono Pat Boone, Ricky Nelson e Eisenhower, mentre le ragazze scelsero Debbie Reynolds, Elisabeth Taylor e Natalie Wood.



Paul Goodman (in questi brani tratti dal fantastico 'La gioventù assurda. Problemi dei giovani nel sistema organizzato', scritto niente di meno che nel 1956, ma di un'attualità e di una lucidità sconcertanti) parla oggi agli elettori tutti, ed in particolare agli elettori del PD , ai votanti e ai candidati delle sue Primarie; ed anche a chi -oggi come ieri- blatera di lavoro, centralità e dignità del lavoro, imprescindibilità del lavoro, etc etc, mentre intanto fa la festa ai lavoratori, il lavoro muore, e la vita (forse) è altrove.