sabato 18 giugno 2016

mondo crudele!

Sommamente urgente è questo
silenzio che viene. Urgentissimo
il silenzio in masse accatastate
quasi crolla sul tutto in attesa.

Forse si muore oggi -senza morire.
Si spegne il fuoco al centro.
Sanguinano le bandiere. Generale è la resa.
Ciò che nasce ora crescerà in prigionia.
(in Un niente più grande)

(…)) digitavo numeri, e dicevo come va?
io sto bene, sono arrivata bene
io ancora sono qui
e sto bene e tutto
va bene e voi? e lì ? E ancora
fingevo la norma micidiale degli umani
e ancora uno scricchiolio mi avvisava
d'uno splendido crollo imminente
che in me precipitava verso una luce
perfetta come un infinito.
Lo scricchiolio era dolcissimo.
Il vacillare era dolcissimo.
Tutto era come un lungo addio.
(da Scena dell'arrivo)

(…)A questo punto del mondo, alto sulla città vecchia,
a questa cuccia di luce e conforto
in cui abbiamo amato meglio che potevamo
e dormito bene nella sua pace
e fatto tutte le cose umane
delle vite, al mio cuore
senza tristezza che tutto saluta
contento, come esercizio
di distaccamento, come grande
scuola del trasloco e del suo
lasciare la presa.

Vi lascio, cose.
Il vostro mancarmi sia la melodia
che ora mi guida.
La schiena liberata dal peso
stia dritta in attesa
della più alta impresa.
Il bastarmi del niente e del poco che serve.
E il resto sia vuoto. Sia intesa
con tutto ciò che non pesa.
(da Esercizio del trasloco, in Per solitario andare)

da Mariangela Gualtieri, Bestia di gioia, Einaudi, Torino, 2010, p. 52-3, 92-3, 114-5)

Arrampicare è uno sport, un gioco all'aria aperta, ma con il vuoto squadernato sotto, pronto a far valere la sua legge di gravità, senza eccezioni(...)
Scrivo queste righe per accompagnamento ad una guida di arrampicata e divago pensando a come queste poche osservazioni si possano applicare senza uso di rocce e di strapiombi.
Mi comporto così anche senza scalare?
Qualche volto avverto il vuoto sotto i piedi, un avanzare a bordo di precipizio.(...)
Proseguo lungo il tratto esposto, vado a istinto e penso che ho conosciuto vuoti più violenti(...) Mi spingeva una volontà di stare in quei posti e in quei tempi, uno sbaraglio assunto perchè sì, e perchè il no valeva diserzione.
Oggi in un vuoto esposto alla malora, a una rovina, penso che sono pratico di precipizi. Pure senza equilibrio di funambolo, so di che tratta la legge detta della gravità. Tratta di cose gravi, che hanno un peso ma non sono zavorra, mentre al contrario sono sostanza, voce costituente della mia persona.
E' PERICOLOSO SPORGERSI, dice il cartello ufficiale dei tempi correnti. E' necessario farlo.

(Erri de Luca, Il più e il meno, Feltrinelli, Milano, 2015, pp.105-6)


Un corpo sfolgora di luce in un immenso buio. L'ambiente impersonale che lo circonda -come il mondo fuori dalla finestra- può essere dimenticato. Il corpo del desiderio svelato nelle tenebre, tenebre che non dipendono dall'ora del giorno o della notte, ma dalla vita su questo pianeta così com'è, il corpo desiderato, sfolgorante come un'apparizione, invita ad andare oltre - non attraverso un gesto provocatorio, bensì attraverso la nuda realtà della sua capacità di sentire, e promette l'universo che sta sotto la sua pelle, invitandoti a partire. Sul volto desiderato c'è un'espressione che va oltre, molto oltre, l'invito, perchè è un riconoscimento di sé, della crudeltà del mondo e dell'unico rifugio, l'unico dono: dormire insieme. Qui. Ora.


(John Berger, Canzone d'amore, in E i nostri volti, amore mio, leggeri come foto, B. Mondadori, Milano, 2008, pp.122-3) 

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