venerdì 25 marzo 2016

vale, valencia

Ultimo giorno a Valencia, ultimo giorno da solo.
Stanotte sarò/saremo a Siviglia.
Il misto estremo tra antico e moderno, tra crepato e resuscitato, tra avveniristico e preistorico colpiscono molto in questa grande città.
La città delle arti e delle scienze di Calatrava, che ho attraversato ieri in bici, è un emblema di questo mix.
Se poi la tieni insieme ai quartieri del porto o ai vicoli intorno al centro, puoi fare il resto.
La senti integrata, ma anche spezzata.
Vivibile, ma anche dolorosa.
La modernità, che cosa è stata ?
Nella vita delle persone, nelle loro vite e in quelle dei quartieri, nelle tradizioni stravolte o folklorizzate ?
Qui si sente molto.
E senti le somiglianze con l'Italia, ma con una sensazione maggiore di strappo, di accelerazione forzata, di violenza, direi.

Sarà un lungo viaggio questo, in termini di spazi percorsi, se non di tempi.
Ho bisogno ora di cultura araba, anche se la Semana santa mi assorbirà nei prossimi giorni.
Ieri ho visto venire verso di me i primi, lugubri e medievali, incappucciati.
Al rullo di tamburi, come in un tribunale dell'Inquisizione.
Grande il contrasto tra i volti scoperti (gente di mare, pescatori, nasi spesso da bevitori, gente semplice, pasoliniana...) e i loro stessi volti coperti dai cappucci a punta, quasi favolistici.
Un teatro religioso dentro una vita quotidiana che mal si concilia ormai con i riti.
Anche qui ho sentito fratture, più che conciliazioni o mediazioni possibili.

Il viaggio nel viaggio inizia stanotte.
Dopo Capo Verde, è il secondo esperimento di convivenza itinerante con Viviana.
Restiamo sempre aperti a quel che accade, giorno per giorno, ora per ora, come sempre è stato sinora.
Cambiamenti, mescolamenti, mediazioni, tagli, separazioni e unioni, distanze e incontri, di nuovo.
E vedremo cosa...se...che...?


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