mercoledì 2 marzo 2016

da V a E

Quel che ammiravo di Fernando era la sua capacità di convincere le persone a essere oneste con se stesse, perchè quando succede si ottiene il vantaggio della sorpresa...Sono le bugie che diciamo a noi stessi che ci rendono ripetititivi.

Prima che ti prendessero, pensavo poco al futuro. I nostri genitori avrebbero detto che lottavamo per il futuro. Non noi. Noi stavamo combattendo per rimanere noi stessi.

Il coraggio spontaneo comincia da giovani. Quel che viene con l'età è la resistenza, il dono crudele degli anni.

Quasi tutte le promesse vengono infrante. Non una promessa, quindi...Qualcosa che somiglia a una parentesi, a un intervallo nel flusso altrimenti inesorabile del tempo. Forse la somma totale di questi intervalli è l'eternità.

Ti macchiano le dita di rosso, i ribes neri, e il loro sapore, non il loro colore, è nero, nero e marino. Fa pensare al sapore di qualcosa che vive sul fondo del mare. I ricci o qualche altro echinoderma potrebbero avere lo stesso sapore, ma sarebbe meno forte, meno pungente. Come faccio a saperlo ? Non lo so, mi guapo, eppure lo so...
Mi metto a mungere l'arbusto come se fosse una capra.
Le bacche mi scorrono, una a una, dai polpastrelli...come se, al tocco dei miei polpastrelli, fosse arrivata la loro ora.
Mi è venuto da pensare che, in un dato momento del mese, uno dei miei ovuli lascia il follicolo e cade sull'orlo della tuba, le cui ciglia, come le ciglia degli occhi, lo spingono avanti, finchè non atterra nel padiglione in cima al mio utero...
Ne ho colti tre chili. Abbastanza da fare una dozzina di vasetti di gelatina di ribes nero. Mai mettere troppo zucchero. I ricci di mare non vanno costretti a sloggiare.
In ognuna delle mie tube ci sono duecentomila potenziali ovuli. Nell'arco della vita ne matureranno solo quattrocento. Tale è l'abbondanza della natura.
Domani preparerò la gelatina e te ne manderò quattro barattoli..
Adesso senti la fragranza dei miei ribes neri ?
Tua A' ida
I cataplasmi di ribes nero tolgono il dolore delle bruciature.

Non c'è modo migliore di ingannare l'attesa, dice Manda.
Scherzare fa andare a gambe all'aria il tempo, dice.

Adesso, bisogna che ti spieghi. Ama ha conosciuto Rami l'inverno scorso. Un uomo di circa dieci anni più vecchio di lei. L'ho visto una volta sola. Baffi molto orgogliosi e occhi ridenti. Ama era un po' innamorata di lui. Ma si può essere un po' innamorati ?

Mi guapo,
da piccola avevo una collezione di piume. Circa duecento. Di ventisette specie.
Non abbiamo parlato molto della nostra infanzia, vero ?
Quando ci si innamora, si parla della propria infanzia, ma noi non l'abbiamo fatto...
Perchè credi che sia andata così ? Io credo di saperlo, ma non riesco a trovare le parole per dirlo. Le troverò quando uscirai.
E' da quella raccolta di piume, piume di volatile, che è nato il mio interesse per gli angeli.

Molto tempo fa pensavo che quel che più si avvicina all'eternità è il senso di beatitudine che si prova dopo aver fatto l'amore. Adesso direi che è l'udire un certo tipo di voce, una chiacchiera di strada, che comincia nel futuro...

Quando varcano la soglia, molti clienti soffiano e sbuffano aria dalla bocca, dicendo: Non avrei mai pensato di trovarvi! Adesso lo so, se Dio vuole! Siete in capo al mondo!
Al che Idelmis replica: E chi vorrebbe essere al centro del mondo oggi ? Di cosa ti lamenti ?

Vogliono toccarti, vogliono farti voltare la testa quando cerchi di guardare dall'altra parte, vogliono farti ridere. E se i neonati, una volta partoriti, ridessero invece di piangere ?
Strana domanda, perchè sappiamo che non sarebbe vita.
Nella mia vita, però, le mie mani desiderano farti ridere...
Il sangue che sa aspettare
sa anche essere pietra
Essere al mondo è dolore
Questo l'ho imparato.
...Essere al mondo è dolore -la poesia dice la verità- e le mie mani stanotte vogliono consolarti.

Per il momento ti mando una frase, scritta nel settimo secolo, da Ibn Arabi.
Fu lui ad osservare, una volta, che la vista di Dio in una donna è la più perfetta di tutte!
Ho trovato la frase citata in una articolo su Aristotele pubblicato in una vecchia rivista medica, che era servita a incartare una scatola di siringhe spedita da Taiwan!
La frase dice: gli angeli sono i poteri nascosti nelle facoltà e negli organi degli uomini.

Come mai, quando nel vuoto della notte dico 'ti amo', ricevo qualcosa di immenso ? Il silenzio è assoluto come prima. Non è la tua risposta che mi è arrivata. C'è stata solo la mia dichiarazione. Eppure mi sento appagata. Paga di cosa? Per quale ragione l'abdicare diventa un dono per chi abdica ? Se lo capissimo, non avremmo più paura, ya nour. Ti amo.

Tu hai una maniera tutta tua di leggere, mi soplete...il tuo modo di leggere, il tuo modo di compiere l'atto di leggere, è speciale. Alcuni di noi sono risucchiati dal vortice della stampa, altri decollano per lunghi voli, tu raduni attorno a te quel che ricevi e lo colleghi immediatamente a quel che è già lì. Quando leggi, lungi dall'essere assente, sei più presente che mai. Poso la testa sulla tua spalla. Giro la testa che riposa sulla tua spalla e tiro fuori la lingua per sfiorarti la parte inferiore del mento...
Mente e corpo sono orditi insieme e formano un'unica tela, non sono due cose, mi soplete, sono una cosa sola...
La mente è frutto dell'ininterrotta lettura degli eventi che si verificano nel corpo, tra i quali tutte le percezioni dei sensi: quel che vediamo, udiamo, tocchiamo, odoriamo, assaporiamo.
Sto leccando un cucchiaio di miele e bevendo un the caldo...
Anche quel che ci circonda è parte dello stesso tessuto. Tiratelo sulla testa per tenerti caldo con le parole che mi vengono mentre vengo da te.
Gli eventi della percezione del corpo, una volta riconosciuti, diventano immagini mentali.
Niente mente, niente immagini da nessuna parte, amore mio.
L'intera natura è un filtro che rivela l'intelligenza che l'ha attraversata.
I nostri corpi sono parte del medesimo filtro, e dai nostri corpi derivano le nostre menti con le quali riconosciamo il segreto.
Mi sto sfilando i vestiti per dirtelo.
A.

Quando compro delle baklava...gliene lascio qualcuna sul davanzale, coprta da un foulard così non vengono le vespe. Sono virgole di attenzione.
Virgole di attenzione! Punteggiarne le giornate è qualcosa che i reclusi a lungo termine imparano, non è vero ? Ma dopo giorni che non ti scrivo, e settimane senza una tua lettera, le virgole non bastano! Ho bisogno di due versi di una canzone – una canzone cantata prima che esistesse qualsiasi virgola o scrittura del cazzo sulla carta!
Sono andata a trovare Soko. Era la prima volta da quando, povera Soko, ha perso il marito, e sono rimasta sorpresa perchè adesso non si lamenta di niente. Strano, non è vero, come la perdita possa far precipitare cristalli di coraggio ?

Siamo propensi a credere che i segreti siano piccoli...
Ma ci sono anche segreti enormi, ed è per via della loro immensità che rimangono celati a tutti meno che a chi ha provato a cingerli con le braccia. Questi segreti sono promesse.

Qui non c'è posto per le illusioni. Il battito non interrompe la solitudine, non guarisce il dolore, non puoi trasmetterlo per telefono, -serve semplicemente a ricordarti che sei parte di una storia condivisa.
Nella nostra vita attuale siamo condannati a una irregolarità senza fine.
Quelli che ce la impongono hanno paura delle nostra irregolarità.
Per questo costruiscono dei muri per tenerci fuori.
Ma i loro muri non saranno mai abbastanza lunghi e ci sarà sempre modo di aggirarli, di passarci sopra o sotto.
Ci vediamo presto. Tua A' ida.

...e penserò all'upupa, che portò notizie della regina di Saba e fa il nido tra le rovine...
Eppure il silenzio è avvolto, te lo giuro, è avvolto di tenerezza.
E se ne dubiti, ricordati di toccare con un dito l'interno di uno dei nidi che fanno gli uccelli.
Una morbidezza e una tenerezza simili sono il risultato di infinite incursioni e scaramucce, e anche dell'astuzia, appresa attraverso i secoli, di costruire solo con quel che è flessibile, resistente e forte.
Toccane uno...
Aspetto un momento a toccarti. Poi dormiremo. ..
Ya nour, il sonno è la prima casa, una casa senza tetto, pareti o letto.
Sono venuti più tardi, ispirati dal sonno.
Stanotte, amore mio, ti porterò nella prima casa.
La faccio scivolare dietro la porta mostruosa e dentro ci troverai me.
A stanotte
tua A' ida.

(John Berger, Da A a X. Lettere di una storia, Schweiller, 2009)



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