domenica 10 gennaio 2016

sesso a(r)mato

Il Governo nicchia sull'abolizione del reato di clandestinità.
Ha paura di come sarebbe percepita, ha paura di perdere consenso e voti.
Sa che il pubblico si sta irreversibilmente spostando a destra, su posizioni intolleranti e razziste.
Sa che -dopo decenni di richiami alla privacy individuale e alla difesa delle famiglie- sarebbe inutile tentare di fermare o anche solo ostacolare un processo di chiusura e diffidenza verso il diverso e lo straniero.
Sa che -in crisi economica persistente- anche paesi socievoli e sbadati come il nostro iniziano a fare i conti in tasca e divengono più cinici, calcolatori e sordidi.
Non contano i ragionamenti e i calcoli razionali di magistrati ed esperti.
E' la pancia che parla, è la paura, è il risentimento, è l'ossessione.

Ma forse il Governo pensa che è una fase e che torneranno tempi migliori, in cui sarà possibile rimetter mano a quelle leggi leghiste ?
Se lo scordi.
I tempi migliori sono trascorsi, stanno alle nostre spalle.
Da ora in poi la situazione -anche sul versante della discriminazione razziale- precipiterà in tutta Europa.
E metterà in discussione ben altre leggi e trattati, primi fra tutti quelli di Schengen.
Creeremo clandestini anche fra europei, figuriamoci se salveremo arabi o neri...!

Un commento a parte meritano i fatti di Colonia, a Capodanno.
Le culture sessuofobiche e repressive, non solo islamiche ma anche cattoliche, generano violenza tra i sessi. La famiglia monogamica ne è la fonte e la sede privilegiata.
I maschi hanno costruito delle società discriminatorie verso le donne, le hanno ammantate di divinità, e su di esse hanno costruito il finto mito della società maschile che protegge le donne contro la violenza esterna (peraltro, quella di altri uomini, ma non correligionari o compatrioti, si vede...).
Ma se una donna è miscredente e non convertita, per i militanti dell'Isis e per molti islamici, è solo un oggetto sessuale.
Questa è la sorte di ragazze e donne che vengono catturate in guerra in Iraq, in Siria o in Nigeria:
diventare schiave sessuali per i guerriglieri.
Quel che è accaduto in Germania ci tocca più da vicino, perchè è toccato alle 'nostre donne'.
Ma la logica è la stessa.
A questo si aggiunge il rifiuto della festa, dell'esibizione pubblica, della musica e del ballo all'aperto.
Ci vanno a colpire ora (dopo i bar, i teatri e gli stadi) anche sulla nostra apparente libertà sessuale, molto più pubblica ed esplicita rispetto alla loro (ma anche per gli arabi non mancano le sedi e i siti in cui bere o fare sesso a pagamento ed in quasi clandestinità).
L'anno si chiude e si apre approfondendo il solco tra una cultura apparentemente sessuomane e profondamente repressiva come la nostra ed una apparentemente repressiva e profondamente sessuomanica come la loro.
Un bel cocktail esplosivo, se vanno ad incontrarsi in un veglione, di notte, al centro dell'Europa.






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