lunedì 25 gennaio 2016

leggeri leggeri, praticamente in mutande...

Ultimo giorno di viaggio, il dengoso Eulik si lamenta di tutto fuorchè della colazione regale preparata da Christine, un raggio di sole nella steppa mosteirosa.
Si appresta a vivere l'ennesima giornata da cicisbeo capoverdiano, senza arte né parte.
Come sempre le fini sono sdrucciolevoli, ma i due affrontano l'erta sino agli scogli alti battuti da onde cicloniche e ciclopiche.

Il momento delle valigie ci ricorda che siamo alla resa dei conti, abbiamo raccolto in due settimane almeno un kilo di conchiglie, pietre laviche, bottigliette di grog e Strela, regali. Il tutto viene condiviso e ripartito meticolosamente tra i due bagagli nei quali riponiamo anche la roba pesante in attesa di indossarla appena giunti sul freddo suolo europeo. Arriviamo con anticipo all'aeroporto di Sao Filipe, accompagnati dai due figli gemelli di Christine, non prima di aver consegnato un regalo ad una parente proveniente dall'America, di aver imbarcato l'ennesima amica autostoppista e di essersi fermati a mangiare pork's chops alla festa paesana di non sappiamo più dove.

Ovviamente per la terza volta in questo viaggio rincontriamo il gruppo dei francesi e insieme a loro consegniamo i bagagli al check-in per un breve volo Fogo-Praia di 30 minuti. Tutto fila liscio come l'olio sino all'arrivo, quando scopriamo che, per motivi a noi e forse a chiunque sconosciuti, nessuna valigia è stata imbarcata sull'aereo e che il prossimo sarà soltanto domani mattina. Vivi guarda Eulik e ride, capendo che dovrà affrontare l'inverno italiano vestito con bermuda brasiliani e maglietta. Allo sportello dei reclami l'impiegato ci garantisce- capoverdianamente- che i nostri bagagli arriveranno a Roma entro 3 giorni al più tardi. Sinceramente, c'è da dubitarne ma ci affidiamo alla Madonna dell'Ayuda avvolta nella lava in una cripta dell'orribile omonima chiesa.

Mio padre gestisce una pizzeria a Praia e ci viene a prendere all'aeroporto per trascorrere assieme le 5 ore che mancano al volo successivo. Passiamo per casa sua e mi fa un certo effetto vedere Enri con i pantaloni e la maglietta giallo canarino prestati da papà Remo. Ma mi ha fatto ancora più effetto vedere mio padre 65enne, separato da 27 anni da mia madre, arrivare a tavola con Joseline bella ventenne nera capoverdiana con cui convive da qualche tempo. Non è l'unico nel ristorante, anzi: molti tavoli sono occupati da coppie di questo tipo ed hanno dinamiche molto simili tra loro. E' difficile capire cosa possano condividere se non il denaro, il mangiare, il sesso; infatti non ci sembra che il dialogo fiocchi e neppure gli sguardi.

L'aeroporto di Praia ci accoglie nel solito bordello di carrelli, ingorghi di corpi, buste di fagioli appena raccolti, opere d'arte 4x4, culi ingombrantissimi e vestiari improbabili (Enri ama questo luogo, oltre che per i culi in esposizione, anche perchè è uno dei pochi posti al mondo in cui lui può sentirsi sobrio ed elegante nel vestire). Vivi si diverte, a volte imbarazzata per le battute super osè di Enri, partecipando al gioco dei commenti incrociati e restando sempre un po' stupita del caos calmo che l'avvolge. Partiamo leggeri visto che i bagagli si sono volatilizzati nel cielo di Fogo, ma la nostra digestione vacilla alle prese con la cachupa fresca (pur buonissima) e la tàrtare de atum.

Ora siamo sull'aereo da Lisbona che ci riporta in patria, mezzo addormentati dopo una notte sul primo volo, partito all'1.30. Dopo due settimane abbiamo rivisto la pioggia e, vestiti forzatamente alla marinara come siamo, sentiamo anche un po' di frescolino. Pare che a Roma ci siano 3 gradi e non sappiamo ancora come il nostro corpo reagirà allo sbalzo. Il salto non è piccolo e non solo rispetto al clima. Dovremo impegnarci alquanto per tornare alla solita vita. Siamo partiti pesanti e torniamo più leggeri in vari sensi, con meno pensieri e nessuna valigia. Ci sarà sempre tempo per riandare a prenderli. Ci restano negli occhi e nelle gambe le stradine di Santo Antao, l'ascesa e la discesa del vulcano, i flussi ondosi e imprevedibili dell'oceano, le decine di situazioni strampalate che ci hanno allietato e sorpreso nel corso di questo breve ma intenso viaggiare insieme.


PS. Ennesima sorpresa di questo viaggio: il volo per Cagliari è stato soppresso per sciopero e sono in lista d'attesa per quello dopo. Non so che dire, avrei solo tanta voglia di un letto...

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