giovedì 19 novembre 2015

cittadini del mondo

Un abitante di Raqqa, dopo aver subito la dittatura di Assad col beneplacito e l'appoggio di russi e francesi, si è visto occupare la città e la vita dai fanatici dell'Isis.
Lui non è un integralista islamico antioccidentale e vorrebbe ritornare almeno alla situazione precedente, visto che è difficile sperare di meglio.
Ha partecipato alle prime lotte popolari e non armate contro il dittatore, ma ha capito subito che nessuno -da fuori- li avrebbe sostenuti.
A chi vende armi la nonviolenza non interessa, non gli fa comodo.
Ora è bombardato dal cielo, ogni giorno, da russi e francesi.
Non scendono a terra, perchè hanno paura di morire.
Allora bombardano dall'alto, senza rischiare quasi nulla.
Ma ammazzano molti abitanti di Raqqa, centinaia al giorno, mentre colpiscono le basi dell'Isis.
Gli abitanti di Raqqa non possono andare allo stadio o al Bataclan.
Quindi vengono uccisi in casa, visto che da tempo non possono neppure uscire da lì.
E' arrivato a pensare che i cittadini russi e francesi pagano i loro soldati per uccidere e morire.
E uccidere uccidono, ma quanto a morire preferiscono far morire gli abitanti di Raqqa.
A caso, solo perchè qualche militante dell'Isis si è attendato nelle vicinanze.
Non credo che un abitante di Raqqa, pur non volendo l'Isis, possa apprezzare quelli che li bombardano e li ammazzano per liberarli.
Credo che, se fossi di Raqqa, odierei francesi, russi e occidentali.
Credo che, se potessi, li sgozzerei.
Credo che tiferei per chi ci riesce.

Un giovane arabo che vive nei ghetti fuori Parigi o Londra è un cittadino europeo.
Magari non proprio veramente e non proprio del tutto.
L'Occidente l'ha sedotto e tradito.
Gli ha promesso soldi e consumi, gli ha detto che aveva gli stessi diritti degli altri, gli ha parlato di valori e fratellanza globale e libertà. Ma qualcosa, si vede, non è andato.
E già per questo non è proprio di buon umore.
Quando vede grandi magazzini in festa gli vien voglia di rubare, quando vede insegnanti volenterosi scappa da scuola, quando vede poliziotti gli prudono le mani.
Ora per di più il suo stato bombarda le sue terre natie e i suoi fratelli nella fede.
Questo gli crea dei problemi ulteriori: deve far finta di essere solidale con i francesi, altrimenti perde anche quel poco che ha, ma non può tradire le sue origini e la sua causa.
Credo che, se fossi di Saint Denis, odierei i francesi.
Credo che, se potessi, li prenderei in ostaggio e li fucilerei uno ad uno.
Credo che starei con chi lo fa.

Prendiamo ora un cittadino veneto preso per il culo dal proprio governo ogni giorno, e che ogni giorno perde il lavoro o non lo trova, che ha sempre meno soldi (sono i suoi valori, che ci possiamo fare?), che va a votare ma non conta nulla, che vede i ricchi diventare sempre più ricchi, e che non ha il coraggio o la voglia di opporsi a tutto questo, perchè pensa che tanto sarebbe inutile. Inizia a boicottare di nascosto: non va più neppure a votare, fa lavoro nero, evade le tasse.
Non ha più uno straccio di fiducia in nulla e sente che i suoi lo stanno fregando.
Tanto, lo sa, ognuno fa solo i cazzacci suoi.
Vive così, nella diffidenza, ma vorrebbe uno stato affidabile.
Vede tanti negri in giro e incomincia a credere che siano loro la causa di tutti i mali.
Sente di furti, rapine, case violate, stupri e disordini.
Ora vede anche stragi in tv, e gli dicono che potrebbero arrivare anche qui.
Credo che, se fossi di Treviso, odierei i negri e gli arabi.
Credo che, se qualcuno li espellesse o li torturasse, sarei con lui.
Credo che riprenderei a votare, e a votare Lega.






1 commento:

  1. L'affezione alla paura si misura nella capacità di adeguarsi al contesto.

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