lunedì 21 settembre 2015

senza una donna

Insomma, prendere la laurea, trovare un lavoro, sposare Erika, diventare con la benedizione di tutti una coppia ben assortita, fare un paio di bambini, mandarli alla scuola elementare di Dennenchofu che conosciamo come le nostre tasche, la domenica andare tutti insieme a divertirci sulle rive del fiume Tana, e obladì obladà...certo non si può dire che sarebbe uno schifo di esistenza. Eppure, non so, ho il dubbio che passare una vita così -una vita facile, piacevole, senza intoppi- non sia proprio il massimo.
Cioè, il problema sarebbe questo ? Passare una vita facile e senza intoppi ? E' questo che vuoi dire ?
Sì, più o meno.
Di nuovo non capivo: quali problemi avrebbe comportato una vita del genere ? Ma per evitare che il discorso andasse per le lunghe, evitai di approfondire.

Ma quando cerco di rievocare i miei vent'anni, l'unica cosa che mi torni in mente è la mia sconfinata solitudine. Non avevo un amore che mi scaldasse il corpo e il cuore, né un amico cui poter confidare senza remore i miei sentimenti. Non sapevo cosa fare delle mie giornate, non riuscivo a immaginare il mio futuro. Me ne stavo quasi sempre chiuso in me stesso, al punto da non parlare con nessuno anche per una settimana intera. Ho vissuto così per un anno. Un anno lunghissimo. Quel periodo è stato per me un duro inverno, ma non saprei giudicare se abbia formato dentro di me anelli preziosi. Era come se a quell'epoca anch'io ogni sera vedessi, al di là di un oblò, una luna di ghiaccio...
(Yesterday)

Separarsi dalle sue amanti era un evento periodico. La maggior parte delle donne fidanzate, a un certo punto gli dicevano: 'Sono desolata, ma non mi sarà più possibile vederci. Fra poco mi sposo.'... Di solito, Tokai accoglieva quegli annunci con un sorriso tranquillo in cui metteva una giusta dose di tristezza. Come a dire che era davvero desolato, ma si doveva rassegnare. L'istituzione del matrimonio non faceva per lui, però era sacra. Andava rispettata.
Quelle ragazze gli avevano dato dei momenti meravigliosi, gli avevano dedicato...un periodo prezioso della loro vita. Era un motivo sufficiente per essere a loro grato. Cos'altro poteva desiderare, lui ?
Tuttavia, circa un terzo delle sue amanti che convolavano a giuste e liete nozze, passati alcuni anni, un bel giorno gli telefonavano...E tornavano a stringere con lui un piacevole legame che non aveva nulla di sacro...
I restanti due terzi... non lo cercavano più. Probabilmente conducevano una vita matrimoniale serena e soddisfacente. Erano diventate ottime padrone di casa, e avevano messo al mondo dei bambini. I loro splendidi seni che un tempo lui aveva accarezzato, adesso forse allattavano dei neonati. Contente loro, contenti tutti.
(Organo indipendente)

Il sesso con Shahrazad non si poteva certo dire che fosse appassionato, ma nemmeno una cosa soltanto tecnica...L'atto sessuale e le storie che lei gli raccontava formavano una cosa sola: sesso e storie erano legati al punto che non riusciva più a separarli. Isolare l'uno o l'altro elemento gli era semplicemente impossibile. Essere coinvolto in modo così profondo, diciamo pure essere legato mani e piedi, a una donna di cui non era innamorato, per la quale non nutriva una particolare passione, era una condizione per lui del tutto nuova che lo confondeva un po'...
(Shahrazad)

I rami del salice continuavano a oscillare alla brezza della prima estate. In una piccola stanza in fondo all'anima di Kino, qualcuno tendeva una mano verso la sua e cercava di posarvela sopra. Sempre a occhi chiusi, lui la sentiva calda e morbida...Era qualcosa che aveva a lungo dimenticato.
Per tanto tempo ne era stato separato. Sì, sono stato ferito, e molto profondamente, disse Kino rivolto a se stesso. E così le lacrime arrivarono. In quella piccola stanza buia. Nel frattempo la pioggia continuava a bagnare il mondo senza fermarsi.
(Kino)

Non potendo sopportare oltre quel dolore, Samsa puntò i gomiti contro il materasso e a poco a poco si tirò su...Quanto tempo era rimasto sdraiato su quel letto ? Ogni parte del suo corpo, di fronte alla necessità di alzarsi, di cambiare posizione, alzava grida di protesta...
Samsa riuscì a mettersi seduto sul letto. Quant'era brutto! Guardando il suo corpo nudo, toccando le parti che non vedeva, non potè fare a meno di trovarsi orrendo. E, come se non bastasse, era sprovvisto di qualunque mezzo di difesa...
Sono davvero io questo qui ?, non potè fare a meno di chiedersi Samsa. Dovrei sopravvivere con questo corpo così irrazionale, assurdo, così vulnerabile ? Perchè non sono diventato un pesce ? Perchè non sono diventato un girasole ? Un pesce o un girasole avrebbero avuto un senso. Più senso di Gregor Samsa, perlomeno.
(Samsa innamorato)

dai racconti di Uomini senza donne, Haruki Murakami, 2015)












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