sabato 5 settembre 2015

macht frei !

Dalle rotaie di Budapest, peraltro sbarrate da giorni, si alza un grido inatteso di libertà: Germania, Germania!
Vedo che oggi, stanchi d'attendere i treni, i profughi si sono messi in marcia, a piedi o senza piedi, bambini e vecchi, povera gente che spera nella bontà dei crucchi.Il Reich torna di moda: infatti anche in Repubblica Ceca si riprende a marchiare i nuovi ebrei afghani e siriani.
Imparare dalla storia ? Non se ne parla.

Ora la Merkel si erge a paladina dell'accoglienza di massa, e tutti si accalcano, e tutti l'acclamano.
Dublino continua a valere, ma non vale più.
I siriani possono procedere, ma non possono partire.
Gli italiani devono registrarli, ma i profughi non vogliono stare da noi, e non si fanno schedare.
Sembra un gioco dell'oca impazzita.
Europa unita ? Sotto il vestito, niente.
E chi ne parla ancora, mente.

Ora che la Germania ha deciso di cambiare strada, visto che anche quelli che sbarcano in Italia o in Grecia vogliono giungere al Reno o al Tamigi, e non certo fermarsi a sud, vedrete che tutta l'Europa si muoverà nella sua stessa direzione.
La chiameranno Europa, e sarà ancora Germania, seppur in un altro verso.
Costretta dagli eventi, come sempre, la Germania si rivelerà efficiente e pragmatica.
La sua economia, in fondo, ha bisogno di manodopera a basso costo, di rinvigorire le nascite e la nazionale di calcio.
Sensibilità umanitaria ? Se ne parla, a vanvera.

Io: me ne sto parcheggiato, pancheggiato al giardinetto.
Ma sono messo un pò meglio di loro.
Ho potuto prendere liberamente un trenino per Iglesias, nei due giorni scorsi, e sono stato bene in quel piccolo paradiso di Barega.
Amici accoglienti, ottimo cibo, tanto verde, silenzio, buone parole, verità quanto basta a vivere.
Il resto ? Meglio non parlarne.


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