lunedì 10 agosto 2015

e oscillavano lievi al triste vento...

Pomeriggio al giardinetto, finiti i mondiali di nuoto.
Almeno, da ieri sera, è tornato il maestrale.
Il Cagliari, a favore di vento, ha vinto 5-0 nientepopodimeno che con l'Entella.
Sono anche andato allo stadio, dopo molto tempo, con cognato e nipote.
Si preannunciano soddisfazioni calcistiche, e un altro anno da prendere -diciamo così- sportivamente.

Un bel pò di spazzatura intorno al ficus si accumula ogni notte, nonostante gli sforzi di netturbini solerti.
Immigrati neri, ormai stabilmente insediati all'ombra da giorni, approfittano come me dell'wireless comunale.
Ucraine, poche, in attesa di chiamate.
Coppie inguardabili si fanno selfie e foto, per conservare mostruosi ricordi.
Belle ragazze mi passano vicine, senza vedermi.
Lasciano una scia di fitte allo stomaco ed intima disperazione.

Giovani turisti scazzati, sulla panchina, in attesa di andare a drogarsi in discoteca o di salpare verso nuovi lidi ed altre notti.
Caldo e città semivuota (mai abbastanza).
Divoro un libro che mi prende: Il cerchio di Dave Eggers.
Un bel misto di 1984 e il coreano, in età di trasparenza assoluta.
Nell'ambiguità totale che viviamo, in cui la comunicazione è diventata il male che ci ingloba, ancor più della sua assenza. Dopo averci angosciato la giovinezza con il mito dell'incomunicabilità, ci ammazzano ora con quello della comunicabilità senza ritegno o difese.

Dopodomani parto, ma non ho più chiaro perchè.
Un mese fa mi sembrava di saperlo, ma mi sono dimenticato qualcosa.
I miei due mesi di quasi buonumore e di quasi presenza si sono conclusi, almeno per ora.
Ripiombo a piombo, dolcemente, verso l'autunno del patriarca.
Ringrazio, non so chi, per il gentile intervallo.



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