martedì 28 luglio 2015

i liberanti parlano...

Al momento di varcare la soglia viene un attimo di smarrimento. C'è l'esigenza di ritrovare il controllo di se stessi...L'esigenza di riprendere possesso di sé è forse anche legata alla condizione di schiavitù che l'ergastolano subisce. Espropriato della propria vita per sentenza, appena fuori, il recluso all'ergastolo cerca semplicemente di ri...aversi.

Avevo ottenuto il primo permesso, tre giorni da trascorrere nella casa dei miei genitori.
Appena arrivato, camminavo per la casa evitando di calpestare i tappeti, procedevo rasente alle pareti. Cercavo la mia stanza, ho scelto quella in fondo al corridoio, la più isolata e indipendente,, ed ho chiesto ai miei genitori di consegnarmi le chiavi di quella porta per poter finalmente avere anche la possibilità di chiudermi dentro.
In carcere, come in ogni istituzione totale, le chiavi della porta sono sempre gestite dai controllori che chiudono tutte le porte per non farti uscire, ma anche per poter entrare in cella a loro piacimento, ad ogni ora del giorno e della notte. In carcere il recluso non ha proprio nessun luogo in cui potersi chiudere...

Mi sono ricordato di una vecchia casa cantoniera abbandonata dal paese, ben isolata...La casa per quando esco. Non me la sento di andare ad abitare con la mia vecchia madre, e con i miei fratelli. Desidero un posto mio, lontano dalla gente, per non sentirmi solo.


(da N. Valentino, L'ergastolo. Dall'inizio alla fine, 2009)

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