martedì 28 aprile 2015

bully bully

Col pretesto della razza, poliziotti bianchi uccidono neri e gruppi di neri si rivoltano contro i bianchi.
Col pretesto del tifo sportivo, gli ultras del calcio si attaccano tra loro e si scontrano con la polizia.
Col pretesto della religione, giovani, arabi e non, si trasformano in kamikaze e guerriglieri e attaccano gli eserciti e le polizie e i cittadini dell'occidente.
Col pretesto del progresso, Renzi pone la fiducia, esautorando definitivamente il Parlamento ed umiliando i suoi stessi compagni di partito.

Il bullismo, a tutti i livelli, avanza.
Se una parte mette sotto l'altra, senza ritegno e senza limiti, al momento vince.
Ma gli effetti di quella sottomissione si sentono in vari modi e tempi.
E si trasformano in controviolenza.
Se cresce il senso di esclusione e di ingiustizia, se sale la sensazione netta di essere fuori e di essere tenuti fuori, una parte delle persone si rivolta.
Si rivolta contro gli ancora più deboli (la maggioranza) o contro gli ancora più forti (una minoranza, ma molto aggressiva e pericolosa).
I passivi, i silenziosi, gli opportunisti stanno al centro, fermi, in attesa di capire chi vincerà.
La storia di sempre...


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