sabato 21 marzo 2015

ob-torto collo

Sul tavolino della sala d'attesa del medico (la tosse migliora, ma non passa, e restano una forte astenia e una pressione bassa (70-100), si avvicinano le analisi …) vedo una copia di Oggi (per il resto ci sono solo DiPiù e altro gossip di livello).
AVEVA RAGIONE ORIANA, in copertina.
Si riferisce ovviamente alle posizioni antiislamiche della grande giornalista di guerra, e alla polemica avuta con Terzani ormai una decina di anni fa.
E le si dà ragione, visto quel che è accaduto dopo e sta avvenendo ora.

Quel che sta facendo l'Isis è orribile, ci rigetta nella barbarie più totale.
Terrorismo, luoghi devastati, cultura a strami, persone uccise a caso, propaganda medievale, orrore.
Rimpiango di non aver potuto vedere lo Yemen, quando mi rubarono il passaporto con il visto già accordato per andarci. Credo che non potrò vederlo mai più.
Rimpiango il tempo in cui, al Bardo, feci la schedina al cassiere del museo, che mi chiedeva i pronostici sul campionato italiano.
Rimpiango le dune rosa di sabbia della Libia, il deserto più bello che abbia mai visto.
Mi rattrista l'idea che viaggiare diventi sempre più rischioso e preoccupante.
E che ogni anno perdiamo all'orizzonte alcuni paesi, invisitabili ormai.
La Costa Sfascinosa si aggira vuota per il Mediterraneo, ha perso il suo fascino.
Restano colpiti a morte alcuni impiegati comunali in gita, persone normali, gente comune.
La guerra, si sa, ammazza sempre i poveracci, di entrambe le parti.
E su un punto Oriana aveva ragione: che siamo in guerra, che la terza guerra mondiale è iniziata allora e proseguirà ancora a lungo, in varie forme e sotto mentite spoglie.

Ma dire che loro hanno torto, non significa dire che noi abbiamo ragione.
Tanto meno che loro hanno torto, quindi noi abbiamo ragione.
E tanto meno ancora che loro hanno torto perchè noi abbiamo ragione.
E su questo Oriana sbagliava, come tutti gli Oriani di oggi.
Sino a quando non riconosceremo di aver (avuto) torto, non ci sarà la possibilità di invertire la rotta.
E siccome non lo faremo mai, e continueremo a vivere come se niente fosse e niente ci riguardasse, si andrà, si va rapidamente verso il disastro.
Giorno dopo giorno, anno dopo anno, la situazione precipita e non lascia scampo.
Alcuni turisti del Bardo, dopo la prima sventagliata di mitra, si sono finti morti, spalmandosi addosso il sangue dei cadaveri che avevano sopra di loro.
Fare il morto, unica chance di salvezza.
Se ci può interessare ancora restare vivi in mezzo a tutta questa morte.
Ma quando hai un'unica vita da vivere vorresti vivere.
Ed è per questo che abbiamo paura, e stiamo qui come ostaggi, sotto ricatto.





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