sabato 7 febbraio 2015

un americano sul mekong

Letture pomeridiane sulla spiaggia dell'isola di Phu Quoc...

Intanto diventava sempre più irrequieto all'odore di cavoli che pervadeva ogni cosa; odiandosi, nel tempo stesso, per questo principio di un non ben definito senso di superficialità.
'Dio, sono dunque come gli altri dopo tutto ?, così cominciava a pensare la notte svegliandosi di soprassalto. 'Sono come gli altri ?'.
Era un materiale scarso per un sociologo, ma materiale sufficiente per coloro che fanno il lavoro più raro del mondo. La verità era che per qualche mese aveva proceduto a quel catalogamento delle cose di gioventù nel quale si decide se morire o non per ciò in cui non si crede più.
Nelle bianche ore morte di Zurigo, fissando la dispensa di uno sconosciuto attraverso il chiarore di un lampione, pensava che voleva essere buono, voleva essere gentile, voleva essere coraggioso e saggio, ma tutto era molto difficile.
Voleva anche essere amato, se poteva farci entrare anche questo.


Nicole gli sorrise , accertandosi che il sorriso raccogliesse tutto ciò che aveva dentro e lo rivolgesse verso di lui, promettendogli profondamente se stesso per così poco, per il battito di una risposta, per una rassicurante vibrazione di simpatia in lui.
Minuto per minuto la dolcezza filtrava in lei dai salici, dal mondo buio.
Anche lei si alzò, e inciampando nel fonografo per un momento gli fu addosso, appoggiata nel cavo della sua spalla rotonda.
'Ho un altro disco -disse- Avete sentito 'So long, Letty' ? Immagino di sì.'
'Davvero non capite...Non ho sentito niente.'
Né conosciuto, né odorato, né assaporato, avrebbe potuto aggiungere...
Ora vi era questo relitto a malapena salvato dal disastro che gli portava l'essenza di un continente...


Francis Scott Fitzgerald, Tenera è la notte, 1933 

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