venerdì 31 ottobre 2014

il futuro è solo l'inizio

Che bello lo slogan della Leopolda!
Sembra proprio una minaccia: quel che abbiamo visto non è ancora nulla, e quel che verrà sarà sempre meglio di quel che accadrà dopo.

Avete visto il capoclaque che invitava il pubblico ad applaudire quando Renzi parlava ?
Ed avete sentito la proposta del finanziere Serra di concentrare tutti gli scioperi in un giorno solo all'anno ?
E avete visto i manganelli di qualche giorno fa ?

Quel che stupisce è lo stupore.
Come se poliziotti e carabinieri fossero nostri alleati e non ci avessero mai picchiato per difendere un ministero o un'istituzione.
Genova 2001 non ci ricorda nulla ?
Quello è il modello del futuro prossimo.
Nessuna trattativa (solo con la mafia si tratta), decisionismo, e -se non va bene e si protesta- militarizzazione e manganelli.

Inutile farsi illusioni o fingere falsi stupori.
Il futuro è solo l'inizio.
Ed anche il presente.
Le persone restano spaventate e sconcertate da quel che sta accadendo, dalla crisi intorno, dalla povertà crescente.
Non è che l'inizio.
Quando ci troveremo in mezzo a cataclismi e guerre continue rimpiangeremo la 'pace' di oggi.

Ma si precipita, è evidente.
Giorno dopo giorno.
Anche perchè le presunte soluzioni sono peggiori del presunto male.
La corruzione e l'ingiustizia sono endemiche, strutturali, insuperabili.
E i poteri sono sempre gli stessi, e ci dominano.
Basta vedere i rituali dell'interrogatorio a Napolitano in Quirinale, la deferenza, la spocchia, le menzogna e le vergognose reticenze sul passato (e immaginiamoci su quel che accade ora...!).

Ma come ci si può fidare ancora di gente simile ?
Perchè dobbiamo sempre aspettare che un potente muoia per poter dire su di lui la verità ?


martedì 28 ottobre 2014

strenziate

Mi sorgono dal cuore (o quel che resta) alcune domandine:

1. Quelli che erano al corteo della CGIL sabato scorso cosa e chi hanno votato alle ultime Europee ?
Risposta: il PD e, la gran maggioranza, Renzi.
Perchè ora si lamentano e protestano ?
Sono rimasti delusi ?
Eppure lui ha sempre detto quel che avrebbe fatto, già prima delle elezioni.
Ma forse l'ho sentito solo io.
Immagino che, dopo qualche corteo, rivoteranno, e lo rivoteranno, alle prossime.
E il problema sarebbe lui ?

2. La minoranza PD che va oggi contro il Jobs act non è la stessa che ha osannato e votato la legge Biagi, il pacchetto Treu e la riforma Fornero ?
Risposta: Sì, sono proprio loro, sempre quelli.
Si sono pentiti ? Hanno compreso solo ora che creavano precarizzazione e disoccupazione ?
Bene, dovrebbero comunque suicidarsi, ammutolire e uscire di scena (visto che la lapidazione non è ancora prevista dal nostro codice penale.
Ovviamente, in attesa che arrivi la sharia...).

3. Il sindacato che ora teme per il suo ruolo politico è lo stesso che se ne è strafottuto di giovani, precari, pensionati e disoccupati negli ultimi vent'anni ?
Risposta: Sì, è lo stesso, è proprio quello.
Sino a quando reggeva il suo ruolo di tramite e poteva farsi garante di assistenzialismo e ammortizzatori sociali per i suoi tesserati, e solo per loro, tutto bene.
Ma ora che si riduce lo spazio per pacificare i lavoratori con i soldi e le briciole, con le finte mediazioni collusive, che ne sarà di lui ?
Ne sarà quel che si merita.

4. Molti di quelli che ora stanno alla Leopolda con Renzi non stavano con Bersani un anno fa ?
E molti non stavano con Berlu o Monti tre anni fa ?
Risposta: Sì, sono gli stessi, sono proprio loro, sono sempre loro.
Stanno con chi va al potere, con chi vince, con chi garantisce i loro interessi (non pagare mai, guadagnarci sempre, in sostanza).
Tutto quell'entusiasmo populista, tutti quei bei lavori di gruppo per un leader unico che decide da solo, tutte  quelle belle facce da avanspettacolo ci dicono sempre e solo questo: siamo fighi, e voi siete degli sfigati; vi abbiamo fregato ancora una volta, e ne siamo felici !
Quindi: rivotateci.




sabato 25 ottobre 2014

islamificazioni

Ormai mi sto trasformando sempre più in un arabo.
Qualche mattina fa al giardinetto una signora di Verona, qui in vacanza, mi ha rivolto la parola con un saluto in arabo, e non voleva credere che fossi di qui e abitassi a trecento metri.
Una ragazzina poi mi si è seduta a fianco ieri e mi ha chiesto se fossi islamico.
Abbiamo scoperto che lei sembrava italiana ed era invece islamica e albanese.
Ed io ero italiano e sembravo islamico e albanese.
Infine, tornando a casa, uno straniero mi si è avvicinato e mi ha chiesto 'fratello, mi puoi accompagnare alla moschea ?', al che l'ho fatto...
Insomma, mi sto trasformando in un altro, in un nemico dell'occidente, in un potenziale terrorista ?
E' in corso una conversione immaginaria ?

Intanto, i disadattati, gli esclusi, gli umiliati, i nullafacenti, i folli di questo mondo si sentono islamici, sui loro blog inneggiano alla guerra santa, e si trasformano in guerrieri ninja.
Uniscono l'utile al dilettevole: da fuori di testa si trasformano in martiri e trovano un ruolo nel mondo, uccidendo e facendosi uccidere.
Un nuovo individualismo del terrore si aggira tra le nostre case e i nostri alti scranni.
D'altra parte, nella disperazione del non contare più un cazzo di nulla, qualcuno non ci sta e decide di farsi vivo, a modo suo.
A parità di risultato (nullo), sempre meglio che restare passivi.
E meglio che continuare a marciare come scemi sulla strada tra Perugia e Assisi.

Il mondo inghiottirà anche i nuovi mostri, dopo averli utilizzati per militarizzare e depredare e controllare ulteriormente le nostre vite.
I pacifisti li ha già inghiottiti e vomitati da tempo.
Ci vorrebbero dei kamikaze nonviolenti, ma in giro non se ne vedono, sembra...




venerdì 24 ottobre 2014

non andar di corpo

    'Avere un mondo'   è qualcosa di più del semplice  'essere al mondo'.
    Tutte le cose  'sono' al mondo , ma il corpo  'è'  al mondo come colui che  'ha un mondo', come colui per il quale il mondo non è solo il luogo che lo ospita, ma anche e soprattutto il termine in cui si proietta.
    Al limite possiamo dire che siamo al mondo solo perchè siamo impegnati in un mondo.
    Il giorno in cui questo impegno cessa, in cui cessa la nostra presa sul mondo, il corpo non si riconosce più, non si sente più vivo, e perciò si congeda dalla terra.
    Questo congedo è preparato da un progressivo disinteresse per il mondo, da una caduta di significati, da una progressiva cecità,che non consente più di vedere un senso nelle cose che pur si vedono.
    Ci sono dei ciechi che non perdono il loro contatto col mondo, altri che lo perdono prima di diventare ciechi; questo perchè il contatto vitale del nostro corpo col mondo non coincide con quello sensoriale.
    Il nostro corpo, infatti, è qualcosa di più delle possibilità che gli concedono i suoi sensi, la sua vita può essere al di sopra o al di sotto di queste possibilità, perchè a decidere il suo grado di vitalità non sono i sensi, ma il suo interesse per il mondo.

Nella domanda c'è un'attesa, e nell'attesa c'è la possibilità che le cose non
siano come si attendono. Dalla possibilità negativa nasce per il corpo il suo
impegno nel mondo, il suo intervento per modificare la disposizione delle
cose che, così come sono, non rispondono immediatamente alle sue
aspettative.
Le cose, infatti, come dice Sartre, sono solo 'promesse', diventano realtà
quando il corpo le raggiunge e raggiungendole verifica quello che Bachelard
chiama 'il coefficiente di avversità' degli oggetti, la loro resistenza, la loro
minaccia, la loro avversità...
Essere nel mondo significa allora per il corpo sfuggire all'assedio del mondo
per abitare il mondo, fuggire dal proprio essere in mezzo al mondo per averlo
come luogo di abitazione...
In questo gettarsi fuori di sé, in questo pro-getto, il corpo è sempre superato
dalle cose verso cui si protende, per cui io sono il mio corpo sono non
essendolo, solo superandomi per essere al mondo.
Per chi non si supera, per chi si trattiene presso di sé, il corpo diventa un
impedimento, quell'impedimento che io divengo a me stesso quando mi nego
come apertura originaria.

In un corpo dove sono menomate le normali relazioni col mondo, l' 'anima'
che è tutta in queste relazioni, non regge l'assalto del mondo.
Un'umanità sempre meno umana e sempre più vicina a comportamenti
animali non l'avremo con la riduzione del suo 'spirito',,,, ma attraverso una
contrazione dell'ambiente, con l'insorgenza di comportamenti sempre più
abitudinari e sempre più volti all'adattamento che al suo superamento...


(U. Galimberti, Il corpo, 1983)

mercoledì 22 ottobre 2014

stato dalmatico


Euli ritratto a Sudurad (si legge: tsugiurag), piccolo porto sull'isoletta Elafite di Sipan, davanti a Dubrovnik, una decina di giorni fa...

altri passi avanti

La prima funzione socio-politica di Renzie, dal mio punto di vista e secondo i miei desideri, non è altra che questa: eliminare il PD e i sindacati.
Mi pare che negli ultimi tempi ci siano, almeno su questo, degli importanti passi avanti.
La rottamazione definitiva dei vecchi PCI-DS è ormai alle porte.
La non elezione ed il ritiro di Violante dalle elezioni per la Consulta sono il segnale forte di oggi (ma cosa doveva fare di più Violante, negli anni scorsi, per farsi votare da Forza Italia ?).
Tutti gli altri ex di qualcosa sono diventati già renziani da tempo, a qualunque corrente appartenessero.
Il sindacato confederale di fatto non c'è più. CISL e UIL stanno con lui, la CGIL tenta di alzare la testa col corteo di sabato, ma -per quanto gente possa raccattare ancora- è finita.
Nel momento in cui perde il rapporto col PD, che ha perso il rapporto con se stesso, non può più farci niente con se stessa.
Renzi stravince, e non solo ai punti: tra Leopolda e corteo rituale, tra Barbara d'Urso e comizio in piazza, non c'è competizione.
Qualunque cosa accada in futuro, la catastrofe del PD e del sindacato rappresentano un obiettivo ineludibile per una nuova politica nel nostro paese.

Renzie svolge un'altra importante funzione socio-politica: la distruzione della Grande Illusione a Cinque Stelle.
Grillo boccheggia e randella a caso, sia al suo interno che fuori dal pollaio.
E' disperato, e lo si può capire: le istituzioni lo stanno inghiottendo e si dibatte tra i marosi, senza scampo.
E il movimento lo tradisce due volte: perchè lo rivela come despota ogni qualvolta esso prova a manifestarsi liberamente e davvero orizzontalmente; perchè non riesce a creare un vero movimento dal basso, capace di andare oltre le elezioni e il suo carisma personale.
Alle prossime elezioni, quando saranno, i Cinque Stelle arriveranno stracotti a puntino.
Appiattiti sulla Lega, a rincorrere il boy scout, e ad urlare a destra e a manca contro tutti.
E Renzie gongolerà come già faceva il nano qualche anno fa.

La sua terza funzione socio-politica è l'eutanasia definitiva del prode Berlu.
Al quale si deve riconoscere l'onore delle armi. 
E' davvero un lottatore, anche da morto quale è ora.
Renzie non lo ucciderà, si limiterà a sublimarlo e a sostituirlo.
L'ha già fatto qualche giorno fa nel salottino, nel tinello, della D'Urso.
Più crescono i voti del nuovo partito di Renzie, più decrescono quelli di Berlu.
Tanto che questi deve appellarsi agli indecisi e agli astensionisti, più che ai suoi elettori abituali (quelli li dà già per persi...).
Renzie smacchierà il giaguaro attraverso la leoparda, pardon: la Leopolda...
Baricco e Marchionne uniti nella lotta!

Quando ci sarà il vuoto, si vedrà se esisterà ancora e di nuovo la possibilità di una vera alternativa a questo sistema di potere e a questa, ormai unica, forma della politica.
C'è da dubitarne, visto l'incancrenirsi della sinistra storica e la passività dilagante.
Ma fare il vuoto è comunque l'unica opportunità per verificarlo.








lunedì 20 ottobre 2014

in ecclesia nulla salus

L'altra sera ho visto il film 'Io sto con la sposa'.
Una masnada di arabi infrange la legge e si aggira tra Italia, Francia, Germania, Danimarca e Svezia, dietro ad una sposa in bianco, facendosi beffe di razzisti e frontiere.
Ci fa capire quanto siamo stronzi e disumani, con tutta la nostra finta civiltà giuridica, che serve solo a difendere noi stessi e i nostri privilegi.

Alcuni sindaci di grandi città hanno finalmente deciso di fregarsene delle leggi vigenti e di trascrivere in Italia le nozze gay celebrate all'estero.
Non si poteva aspettare oltre, e restare ostaggi della Curia, di Giovanardi e Gasparri.
Ora che anche Dudù è favorevole, ed anche il Papa si muove un pò...

Al comizio di Landini, mentre lui sparava le solite nenie dal palco, un migliaio di studenti, operai e militanti dei centri sociali ha iniziato a rumoreggiare e a farsi caricare dalla polizia.
La scena era surreale: lui che parlava dal palco, con i sindacalizzati pecoroni davanti, e dietro la bufera che montava. Le due realtà procedevano in parallelo, come in un montaggio cinematografico.
Vecchie, ripetitive e perdenti entrambe, ma almeno la seconda era più movimentata.
Anche la noiosissima Susanna si è presa un bel pò di sberle e offese, mentre parlava a Terni.
Usque tandem, sindacatum...?

Dei ragazzi di Hong Kong non si parla più.
Le finte democrazie occidentali, che tanto bramano, non hanno fatto nulla per loro, li hanno mollati in pasto alla tigre. E il governo cinese se li sta divorando pian piano...
Stanno facendo la stessa fine dei democratici siriani o egiziani: fottuti da chi doveva appoggiarli (noi), infiltrati dai servizi segreti, assediati dal ruggire delle armi.
La loro disobbedienza allo Stato, per ora, non paga.

In tutto questo, Renzie ricorda al suo partito, o a quel che resta, di non essere 'un circolo di anarchici e di filosofi'.
Il che mi fa capire finalmente perchè non sono mai stato un iscritto del PD, nè mai lo sarò.
In effetti, ora che ci penso, non sono mai riuscito neppure a stare tra i boy scout.
Insomma, siamo diversi.







e la chiamavano...razionalità

Ormai quando si sente parlare di razionalizzazione ci si mette le mani in basso, a coprir gli zebedei.
Si sa che sta per arrivare qualcosa che ci farà male, che ci toglierà lavoro, vita, abitudini, quiete.
Qualcosa che ci taglierà la testa, o almeno i capelli.
Che sta per farsi intorno a noi, o ai nostri simili, il deserto.

Razionalizzare, efficientare, implementare, sinergizzare: oltre ad essere delle brutte parole, arroganti e presuntuose, sono anche false.
Non dicono quel che hanno in mente, fanno spesso l'opposto di quel che dicono.
Sono parole manipolate, invertite, e che creano inversione.

Vanno di pari passo con esuberi (che non vuol dire più che qualcosa è molto vivo e vitale, ma che qualcosa, essendo vivo, è di troppo e va tagliato, reciso, ammazzato), con esodati (che -a differenza della Bibbia, hanno lasciato la Terra promessa e vagano nel deserto senza meta, disperati), con incapienti (che vengono accusati, nel nome, di non aver preso, mentre la verità è che non gli è stato dato)....

Insomma, siamo al delirio, non solo linguistico purtroppo...
E, in questo delirio, ipocrita e irrazionale, del politicamente corretto, viviamo...

venerdì 17 ottobre 2014

che cos'è questa crisi...!

Alcuni pazzi si son detti a tavola: 'Noi siamo la buona società'. E la gente ci crede.
((La Rochefoucauld)

Il successo in società è l'infinita capacità di sopportare la noia.
(Frances Little)

Solo gli uomini senza midollo e le donne senza cervello sono all'altezza degli ordinamenti sociali.
Sia benvenuto il caos, perchè l'ordine ha fallito.
(Karl Kraus)

Spesso gli uomini vogliono amare e non ci riescono, cercano il proprio male e non lo trovano, e -se così posso osare di esprimermi- sono costretti a rimanere liberi.
(La Bruyère)

Affrontare la catastrofe in corso come se fosse una crisi economica è l'errore di partenza.
Pensare che la 'fiducia' si possa ri-creare, soprattutto in un paese come l'Italia, a partire da una (peraltro improbabile) ripresa economica, significa non voler capire la natura e la profondità di quel che sta accadendo da noi e nel mondo.
Padoan ha chiuso il circolo del revanscismo berlusconiano promettendo ieri 800.000 nuovi posti di lavoro, e forse più.
Si stanno tenendo bassi, annunciano.
Proseguono a giocare d'azzardo, e ci tengono buoni, affidandosi più alla buona sorte che ai loro solonici calcoli.
Ma la buona stella non brilla più sui nostri cieli, da tempo.
Né apparirà in futuro.

Conosciamo la situazione.
Anzi, la sentiamo.
E sappiamo che non può rinascere la fiducia in mezzo al disastro relazionale e sociale in cui viviamo, in un presente di alluvioni, pestilenze e guerre, e senza alcuna visione del futuro.
E che la crisi in corso è una crisi di senso.
Tutte le persone (anche quelle che si danno da fare e si agitano) si sentono depresse e impotenti.
Sanno che -qualunque cosa facciano o non facciano- la violenza strutturale del mondo umano non si placherà ed, anzi, aumenterà ancora.
E che, se proveranno a protestare o anche solo a lamentarsi, perderanno anche quel poco che hanno e che gli resta (un po' di quiete, qualche soldo, una panchina al sole, un gelato e una pizza ogni tanto...).
E, soprattutto, sanno che non ci si può fidare dello Stato, dei politici e, più in generale ormai, degli altri.
Perchè ognuno fa e farà solo i suoi interessi, tanto più quando la nave affonda.

Questo vale per tutte le società umane oggi, indipendentemente da quale sia il loro attuale stato di crescita, di sicurezza e di benessere economico, il loro ascendere o declinare sull'orizzonte della storia.
E' evidente che, a un livello superficiale, alcune classi o popoli oggi stanno meglio di altri.
Ma, in profondità, il non senso, la depressione e l'impotenza regnano sovrani, ovunque.
Così come queste emozioni attraversano le generazioni: non basta più essere giovani oggi, per essere ottimisti o aperti al futuro.
Anzi, il senso di tradimento e di inadeguatezza è ancora più forte proprio tra i giovani, che hanno mangiato la foglia ben più di noi (ancora intrisi di moralismi terzomondisti, solidali, cattocomunisti e da visioni idealizzate della politica).
Hanno bevuto il cinismo, l'individualismo, la competizione e il disincanto già nel latte materno.
Ogni tanto, qualche goccia di buonismo o di altruismo, per quelli nati 'a sinistra' e/o 'in parrocchia'.
Dei piccoli scout alle Renzie, nella migliore delle ipotesi.
Dai valori cristiani a quelli del mercato globale, passando per la Ruota della Fortuna di Mike.
Siamo ancora lì, con questa ennesima manovra di salvezza.











giovedì 16 ottobre 2014

e tu chiamale, se vuoi, soluzioni...

Sulle unioni civili, la situazione si fa ridicola.
Il matrimonio -nonostante le esperienze di vita millenarie- è ancora la soluzione valida per tutti.
Ma non per i gay, che non possono sposarsi.
Allora, per loro ma solo per loro, ci sono le unioni civili.
Gli altri, o si sposano (visto che possono, e allora perchè non lo fanno ?) o niente.
Quindi avremo le unioni civili per i gay, ma non per gli etero !
Punitività, moralismo e ipocrisia, tutto insieme: il meglio del clericalismo e dello statalismo vanno a braccetto.

A Belgrado, un gruppo di albanesi utilizza un drone per far volteggiare sullo stadio un vessillo della Grande Albania. Parte la rissa in campo, partita sospesa, anni di finta pace di Dayton liquefatti nel nulla.
La guerra è stata la soluzione per la ex Jugoslavia, e così la pace che viene dopo.
Davvero delle belle idee, così come si vede in questi giorni anche in Libia o in Siria, in Iraq o in Egitto.

Vedo medici, infermieri, militari e portantini tutti intabarrati in tute di plastica e cannule, e rivestimenti da marziani.
Poi, basta una goccia di saliva o un respiro e si prendono l'Ebola.
Qualcosa non torna, in tutto questo immunizzarsi e vaccinarsi senza risultato.
O con buoni risultati, ma solo per le case farmaceutiche e per chi produce apparati ospedalieri.

Rivedo gli angeli del fango spalare e rispalare in tutta Italia, a coprire ancora una volta con la loro buona coscienza la cattiva coscienza dello Stato e delle istituzioni preposte.
Il fango degli angeli, sarebbe il caso di chiamarlo.
Per quanto tempo ancora ci copriremo gli occhi dalla devastazione con questo culturame del volontariato pietoso ?
Quanti servizi televisivi piagnoni, pieni di bontà e di spirito di servizio, dovremo ancora sopportare nei prossimi anni ?
Se il volontariato è la soluzione, aboliamo lo stato.
Almeno questo ci guadagneremmo, dalla catastrofe.

Il nostro sindaco si è lanciato in un'operazione di vera democrazia di massa, forse perchè domani si decide su 'Cagliari capitale europea della cultura' (maddechè?).
Un sondaggio per farci decidere se vogliamo l'asfalto del Poetto giallo ocra o rosso mattone.
Un passaggio fondamentale per cogliere la differenza tra destra e sinistra di governo...
N.B.: ha vinto il rosso mattone! Finalmente una scelta da giunta rossa...


martedì 14 ottobre 2014

puzza di morto sul fronte occidentale

I primi decenni del 1900 sono stati quelli della fine di un mondo, quello aristocratico.
I primi decenni del 2000 sono quelli della decadenza di un mondo, quello borghese.
E' finita la storia di un ceto medio, agiato e mediocre, che allargava il benessere, il lavoro, i diritti ed il progresso a tutti o, almeno, ai più.
Si ritorna a pochi ricchi, aristocratici del denaro e della guerra, possidenti e guerrieri.
E a masse sterminate (e da sterminare) di poveri, di senza potere, di vittime senza storia.
Di morituri senza ricordo, di militi ignoti del nulla.

A guardare il mondo, in diretta o alla tv (ormai non fa molta differenza, tanto l'uno imita l'altra), ho sempre più la sensazione di stare tra morituri in agonia.
L'agitarsi dei giovani (la notte, nei locali, o per strada, avvolti da decine di birre), il lavorare insulso degli adulti, il loro arrabattarsi disperato per qualche euro in più, il sonnecchiare scettico degli anziani, che 'si godono la pensione'..., tutto questo mi ricorda gli ultimi anni di Fate, il cagnolino di casa: era ancora vivo, ma il suo alito puzzava di carogna, come se fosse in decomposizione interna.

L'invecchiare, il declinare, il disfarsi di una civiltà assomiglia molto a quella di un uomo o di una donna che invecchiano: per quante ipocriti complimenti possano ricevere, per quanto belletto possano spalmarsi, per quante storie struggenti e vive abbiano alle spalle, non possono fare a meno di essere ormai dei relitti del passato, che vivono solo di ricordi e di vanità.
Irriconoscibili, in primo luogo, a se stessi.
Capaci solo di ripetersi, con nomi sempre nuovi, ma con la noia di sempre.

Cosa provate voi davanti al ripetersi delle alluvioni di Genova ?
Alla nenia delle ritrite speranze di Renzie ? O ai deliri di Grillo sul palco ?
Cosa pensate delle nuove Crociate (già fallite in partenza, ridicolizzate dall'Isis con la sua nera bandiera che garrisce su San Pietro) ?
Cosa provate di fronte alla nuova peste, e ai nuovi untori di Ebola ?
E' tutto così vecchio, così triste e ripetitivo, così noioso e senza senso, da far impallidire le trame delle soap opera infinite...

Nessun piacere ci chiama a vivere.
Neppure il dolore, la guerra, il terrore, la morte ci smuovono più.
Siamo talmente morti che pensiamo di non dover più temere nulla.
Solo la nostra morte ci interessa, ormai.
Ci piacerebbe esserci, al momento.
Ma non ne sarei così sicuro.
Anche di quella siamo stati spossessati.

'Quanto a voi, riprese, siete sempre lo stesso. Sì, disse, siete stupefacente, restate sempre giovane', espressione malinconica perchè ha senso solo se di fatto, se non in apparenza, siamo diventati vecchi...
E mi fu possibile vedermi, negli occhi di vecchi rimasti, secondo loro, giovani come io credevo di me...Infatti, non vedevamo il nostro proprio aspetto, la nostra propria età, ma ciascuno, come uno specchio opposto, vedeva quelli dell'altro.
E molti, probabilmente, scoprendo d'essere invecchiati,, sarebbero stati meno tristi di me.
Ma, intanto, con la vecchiaia è come con la morte.
Alcuni le affrontano con indifferenza non perchè abbiano più coraggio degli altri, ma perchè hanno meno immaginazione...
Adesso capivo cosa fosse la vecchiaia, la vecchiaia che fra tutte le realtà è forse quella di cui serbiamo per più tempo nella vita una nozione puramente astratta, guardando i calendari, datando le nostre lettere, vedendo sposarsi gli amici, i figli degli amici, senza capire, per paura o per pigrizia, che cosa significa...
La bellezza delle immagini sta dietro le cose, quella delle idee davanti. Per questo la prima smette di meravigliarci quando ci arriviamo, ma la seconda la capiamo solo quando siamo passati oltre...

(ancora da Il tempo ritrovato...)





domenica 12 ottobre 2014

viaggi e miraggi

La nuova casa di cura in cui mi ricoverai non mi guarì più della prima; e passarono parecchi anni prima che la lasciassi.
Durante il tragitto in ferrovia che feci per tornare finalmente a Parigi, il pensiero dell'assenza, in me, di qualsiasi dono letterario..., questo pensiero, forse meno doloroso ma ancora più tetro se gli davo come oggetto non un'infermità soltanto mia, ma l'inesistenza dell'ideale in cui avevo creduto, questo pensiero che da molto tempo non mi era più tornato alla mente mi colpì di nuovo e con una forza più che mai penosa.
Fu, me lo ricordo, durante una sosta del treno in aperta campagna. Il sole illuminava fino a metà del tronco una fila d'alberi che fiancheggiava i binari.
'Alberi, pensai, non avete più niente da dirmi, il mio cuore raggelato non vi sente più. Eppure sono qui in piena natura; ebbene, è con freddezza, è con noia che i miei occhi prendono atto della linea che separa la vostra fronte luminosa dall'ombra del vostro tronco. Se mai ho potuto credermi poeta, adesso so di non esserlo. Forse nella nuova parte della mia vita, così disseccata, che sta per cominciare, gli uomini potrebbero ispirarmi quel che la natura non mi dice più. Ma gli anni in cui sarei forse stato capace di cantarla non torneranno mai'.
Ma consolandomi così, con l'idea che un'osservazione umana avrebbe potuto prendere il posto di un'ispirazione impossibile, sapevo che stavo solo cercando una consolazione, ed ero il primo a sapere che era senza valore...
Con la stessa indifferenza avevo visto, poco dopo, le lentiggini arancione e d'oro di cui il sole cospargeva le finestre d'una casa; e infine, inoltratasi l'ora, avevo visto un'altra casa che sembrava costruita in una sostanza d'un rosa alquanto singolare. Ma avevo fatto queste diverse constatazioni con la stessa assoluta indifferenza con cui, passeggiando in un giardino con una signora, e avendo visto una foglia di vetro e, un po' più in là, un oggetto d'una materia analoga all'alabastro il cui colore insolito non m'avesse minimamente sottratto alla più languida noia, tuttavia -per cortesia nei confronti della signora, per dire qualcosa, e anche per mostrare di aver notato quel colore- avrei indicato, di sfuggita, il vetro colorato e il pezzetto di stucco.
Non diversamente, per sgravio di coscienza, segnalavo a me stesso, come a una persona che mi fosse stata accanto e che avrebbe potuto trarne maggior piacere di me, i riflessi di fuoco nei vetri e la trasparenza rosata della casa. Ma il compagno cui avevo fatto constatare questi effetti singolari era evidentemente d'indole meno entusiasta di tante persone ben disposte che si estasiano a simili viste, giacchè aveva preso conoscenza di quei colori senza la minima esultanza...
Se pensavo a ciò che mi aveva detto Bergotte: 'Siete malato ma non vi si può compiangere, perchè avete le gioie dell'intelletto' -come s'era sbagliato sul mio conto! Che poca gioia c'era in questa lucidità sterile!...Quanto alle gioie dell'intelligenza, potevo forse chiamare così le fredde constatazioni che il mio occhio penetrante o il mio ragionamento corretto raccoglievano senza alcun piacere, e che restavano infeconde ?
Ma proprio, a volte, nel momento in cui tutto ci sembra perduto giunge l'avvertimento che può salvarci; abbiamo bussato a tutte le porte che non danno su niente e la sola attraverso la quale si può entrare, e che avremmo cercato invano per anni, l'urtiamo senza saperlo, e si apre...
Sì, se il ricordo, grazie all'oblio, non ha potuto contrarre nessun legame, gettare nessuna catena fra sé e l'istante presente, se è rimasto al suo posto, alla sua data, se ha mantenuto le sue distanze, il suo isolamento nella profondità di una valle o in cima ad una vetta, ci fa respirare di colpo un'aria nuova per la precisa ragione che è un'aria respirata in altri tempi, quell'aria più pura che i poeti hanno cercato invano di far regnare nel paradiso e che non potrebbe dare la sensazione profonda di rinnovamento che ci dà se non fosse già stata respirata, giacchè i veri paradisi sono i paradisi che abbiamo perduti...



(M.Proust, Il tempo ritrovato)

lunedì 6 ottobre 2014

dubravcka

Pomeriggio di pioggerellina a Sudurad, porto dell'isola di Sipan, la più grande (si fa per dire) delle Elafiti, le isolette di fronte a Dubrovnik.
Clima caldo, ma quasi autunnale, con poche giornate di sole sinora.
Luogo di chiesette, fortezze e monasteri.
Dopo Dubrovnik, paiono piccole cose.

La città sulla terraferma è molto bella, ancora piena di turisti (un turismo molto organizzato in un luogo molto organizzato per il turismo): europei, ma anche moltissimi asiatici.
Il giro per le mura apre ad angoli invisibili, baie molto accoglienti, mare pulitissimo.
Situazione quieta, per noi che abbiamo scelto di dormire in un piccolo appartamento in collina, a quindici minuti dal centro.
Ma la città vecchia è ancora sotto assedio (turistico).

Qui alle Elafiti situazione molto dversa: passeggiate in campagna, circondati da corbezzoli, fichi, ciclamini, allori e mirti, melograni, campanule.
Piccoli porticcioli di pescatori, traghettini e barchette, cenette a base di pesce appena pescato.
Domani andiamo nell'isoletta di fronte, ancora più piccola, Lopud.
E di nuovo a Dubrovnik, per l'ultima sera.

La troika regge, ma gli acciacchi e le impazienze dell'età si fanno sentire.
Ora è a letto, a riposarsi e riscaldarsi un pò, a leggiucchiare qualcosa, prima di ri-uscire (forse) e cenare.
Vita da giardinetto, quasi casa e chiesa, ma in luogo straniero...




mercoledì 1 ottobre 2014

gita a roma e ritorno, e ripartenza...


I rivoluzionari, gli artisti, i veggenti, si accontentano di essere oggettivi, niente altro che oggettivi: sanno che il desiderio stringe la vita con una potenza produttrice, e che la riproduce in modo tanto più intenso quanto meno bisogni ha. E tanto peggio per chi crede che è facile a dirsi, o che è un'idea nei libri. 
Dalle poche letture fatte, avevo tratto la conclusione che gli uomini che maggiormente s'immergevano nella vita, che la modellavano, che erano la vita stessa, mangiavano poco, dormivano poco, non possedevano che pochi beni, se ne avevano. Alimentavano poche illusioni in materia di dovere, di procreazione, ai fini di perpetuare la famiglia o di difendere lo Stato...
Il mondo dei fantasmi è quello che non abbiamo finito di conquistare. E' un mondo del passato, non dell'avvenire. Andare avanti aggrappandosi al passato, è trascinarsi dietro le palle del forzato. 
(Deleuze-Guattari, L'Anti-Edipo)
 
Questo brano me l'ha dedicato Alessandro, un giovane medico che crede ancora nella salute pubblica, insieme ad altri baldi ragazzi e ragazze che ho avuto la sorte di incontrare ad un corso tra Marche e Umbria, in una antica villa di campagna (luogo ideale per un training).
 
Il corso (in cui si sono ancora palesati tutto il mio valore e tutta la mia stanchezza) si è inframmezzato ad una gita a Roma, in cui -come qualche mese fa a Milano- mi sono potuto finalmente dedicare a vedere delle belle cose (spesso nascoste) di questa metropoli decadente, viva e perduta.
Preziosa è stata la presenza di Cristina, Alberto, Daniela, Leonardo, che mi hanno accompagnato alla scoperta di luoghi semi-segreti e bellissimi, case romane sepolte dai secoli, cripte e labirinti sotterranei, in cui Escher si sarebbe dilettato (ho visto anche la mostra su di lui al Chiostro del Bramante), ho finalmente letto la Colonna Traiana, ho visitato la straordinaria Ostia antica, l'Opus sectile al Museo dell'Alto Medioevo, una parte del Museo etnografico Pigorini, qualche giro all'EUR, e a Colli Aniene, un quartere costruito dal PCI di allora.
Belle giornate di sole, con qualche acquazzone monsonico.
Sono stato bene, mi sono riposato, mi sono sentito accolto.
 
Qualche giorno a casa, ora.
Al giardinetto, oggi, è accaduto il prevedibile e irreparabile: il gran cespuglio e giaciglio di Franco è stato bruciato nella notte. Lui si è avviciinato a me, intrattabile e urlante.
Aveva anche dei punti sullo zigomo e un occhio pesto.
L'aria è cambiata, non controlla più il posto come credeva.
Chissà cosa farà ora. Io non sapevo cosa dirgli.
Non vorrei che anche questo angolo di quiete sparisse per me.
 
Domani riparto, per le isolette croate davanti a Dubrovnik, per una settimana.
Inutile stare qui, ad ascoltare le fregnacce di Renzie e dei suoi sedicenti avversari politici.
O a vedere tg insieme sempre più allarmanti ed anestetici.
Bugie, tutte bugie, soltanto questo...