martedì 2 dicembre 2014

il dado è (es)tratto!



'Come va il tuo libro, Luke?'
'Non va per niente', risposi...Non credo di avere tra le mani cose di grande valore...'
'Quanti casi hai analizzato e descritto in dettaglio?'
'Tre. E sono pure descrizioni di casi, senza interpretazione. Le biblioteche ne sono zeppe'.
'Perchè non finisci ugualmente il libro ?', mi chiese blandamente. 'Come dice il tuo Zen, segui la corrente anche se la corrente non ha senso'.
'Seguo la corrente. La mia corrente con quel libro si è arrestata completamente. Non me la sento di rimetterla in moto'.
'Se non scrivi vuol dire che non pensi, continuò, e se non pensi sei morto'.
'Una volta la pensavo così'.
'Sì, certo, poi hai scoperto lo Zen'.
'Sì'.
'E adesso trovi che scrivere sia una seccatura'.
'Sì'.
'E pensare ?'
'Sì'.
'Forse c'è qualcosa che non va nello Zen', disse lui.
'Forse c'è qualcosa che non va nel pensare'.
'Quello che hai cavato dallo Zen è un'anemia intellettuale'.
'Forse ne ho cavato saggezza. Lo sai anche tu che l'ottanta per cento di quel che si legge nelle riviste psicanalitiche sono stronzate. Inutili stronzate. Comprese le mie.' Feci una pausa. 'Comprese ...le tue'.
'Non hai voglia di darti da fare ed ecco che arriva lo Zen e ti dice 'segui la corrente.' La tua corrente è stagnante per natura'.
'E' un buon terreno di coltura', dissi e tentai una risatina.
'Per l'amor di Dio, Luke, non ridere', disse il dott. Mann a voce molto alta. 'In questo periodo stai sprecando la tua vita, la stai gettando via'.
'Non è quello che facciamo tutti ?'
'No, Jake non lo fa. Io non lo faccio. Gli uomini di valore, in qualunque professione, non lo fanno. Non lo facevi nemmeno tu fino a un anno fa.'
'Quando ero un bambino, parlavo come un bambino...'
'Luke, Luke, ascoltami'. Era un vecchio agitato.
'Allora?...'
'Torna in analisi con me'.
Mi sfregai il dado contro il dorso della mano e, senza un pensiero chiaro in testa, risposi:'No'.
'Cosa ti succede?', disse lui seccamente. 'Perchè hai perso la fede nel significato del tuo lavoro ? Vuoi cercare di spiegarmelo ?'
'Sono stufo, Stufo. Mi dispiace ma questo è il punto. Ne ho abbastanza di sollevare pazienti infelici fino a una noia normale, stufo di esperimenti irrilevanti, di articoli vuoti... I soliti paesi, la solita fornicazione, il solito guadagnare e spendere, le solite facce drogate, disperate, i soliti efficienti, insensati idioti. Le solite nuove filosofie. E proprio la cosa sulla quale avevo concentrato il mio ego, la psicanalisi, non sembra in grado di cambiare una virgola...Perchè l'analisi, se fosse davvero sulla strada buona, dovrebbe essere in grado di cambiarmi, di cambiare tutto e tutti...'
'In nome di dio!'. Il dott. Mann picchiò energicamente la pipa sul posacenere di bronzo e mi squadrò con irritazione. 'Tu sogni. Non ci sono Utopie. Ognuna delle nostre vite è una serie finita di errori che tendono a diventare rigidi, ripetitivi e inevitabili...La tendenza generale della personalità umana è di cristallizzarsi in un cadavere. I cadaveri non si cambiano. I cadaveri non scoppiano di entusiasmo. Li imbelletti un poco e li rendi presentabili.'
'Sono perfettamente d'accordo: raramente la psicanalisi rompe questa tendenza a cristallizzarsi, non ha nulla da offrire all'uomo stufo...Ci stiamo certamente sbagliando. Tutta la psicoterapia non è altro che un tedioso disastro. Negli anni a venire gli uomini considereranno le nostre teorie e tecniche terapeutiche come noi consideriamo i salassi del XIX secolo.'
'Tu sei malato, Luke', disse lui tranquillamente. 'Sei una via di mezzo tra uno scolaretto irrequieto e un idiota presuntuoso.'
'E' vero.' Lo ammisi senza sforzo: era la verità. 'Ma tu sei un caso classico di essere umano, e non mi fai una grande impressione'.
'Mi dispiace che tu la pensi così', disse e si avviò alla porta.
'Ci deve essere un metodo per cambiare gli uomini più radicalmente di come abbiamo scoperto...'
'Se lo trovi, fammelo sapere', disse lui.
Si fermò alla porta e ci guardammo, due mondi estranei. La sua faccia mostrava un amaro disprezzo.
'Lo farò', dissi.

(da L.Rhinehart (alias G.Cockroft), L'uomo dei dadi, 1971, un libro mirabolante, profondissimo, catastrofico e molto divertente)

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