giovedì 20 novembre 2014

la gaia scienza

Avete sentito di quell'uomo folle che, accesa una lanterna alla chiara luce del mattino, corse al mercato e si mise a gridare incessantemente:'Cerco Dio, cerco Dio!'.
E poiché proprio là si trovavano raccolti molti di quelli che non credevano in Dio, suscitò la loro grande ilarità...
A questo punto l'uomo folle tacque e rivolse di nuovo lo sguardo ai suoi ascoltatori; anch'essi tacevano e lo guardavano stupiti.
Finalmente gettò a terra la sua lanterna che andò in frantumi e si spense.
'Vengo troppo presto -disse- non è ancora il mio tempo. Questo enorme avvenimento è ancora per strada e sta facendo il suo cammino: non è ancora arrivato alle orecchie degli uomini.
Per essere visti e riconosciuti, lampo e tuono hanno bisogno di tempo, il lume delle costellazioni vuole tempo, le azioni vogliono tempo, anche dopo essere state compiute.
Questa azione è per loro ancora più lontana della più lontana delle costellazioni: eppure sono loro che l'hanno compiuta!...'
Quanto di più sacro e di più possente il mondo possedeva fino a oggi si è dissanguato sotto i nostri coltelli.
Chi detergerà da noi questo sangue ?
Con quale acqua potremmo noi lavarci ?
Quale festa sacrificale, quale rito purificatore dovremo istituire ?
La grandezza di questa azione non è forse troppo grande per noi ?
Non dovremmo divenire dèi noi stessi per esserne all'altezza ?...
Che cosa abbiamo fatto sciogliendo la terra dal suo sole ?
Dove va essa ora ?
Dove andiamo ora noi lontani da ogni sole ?
Non è il nostro un eterno precipitare ?
E all'indietro, di fianco, in avanti, da tutti i lati ?
Esiste ancora un alto e un basso ?
Non andiamo forse errando in un infinito nulla ?
Non alita su di noi lo spazio vuoto ?
Non fa sempre più freddo ?
Non si fa notte e sempre più notte ?
Non occorrono lanterne in pieno giorno ?...'

(F. Nietzsche, La gaia scienza, 1882)





























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