giovedì 11 settembre 2014

la grande devastatrice

E' arrivato un nuovo 11 settembre, e si stanno creando tutte le condizioni perchè ce ne siano altri in futuro.
La nuova coalizione anti-ISIS indetta ieri da Obama, che procederà a bombardare il Medio Oriente, non contenta dei fantastici risultati già raggiunti in Iraq, ci getta definitivamente in pasto alla guerra per i prossimi decenni di vita.
La guerra ci inghiotte nelle sue spire, torna la corsa agli armamenti (che, di fatto, non si è mai interrotta, nonostante la crisi): Putin ieri ha dichiarato che gestirà direttamente i nuovi acquisti al mastodontico mercato delle armi.
Si sente aria di nuova guerra fredda e tiepida e calda.
Il militarismo e la militarizzazione appaiono ancora come l'unica strada e l'unica soluzione percorribile ai governi e alla maggioranza dei popoli.
Questo non produrrà altro che violenza, disperazione e morte.

In questo disastro generale, che appare irreversibilmente votato alla devastazione di quel poco che resta delle nostre vite (per non parlare delle vite di chi non sta nel 'benessere' come noi, ma vive già in guerra da anni), fanno davvero sorridere le polemiche sulle basi e servitù militari in Sardegna.
Ogni tanto i politici si svegliano e fanno finta di fare la voce grossa, o di scoprire ora quel che si sa da sempre.
Si sono abbarbicati da decenni su compensazioni economiche, promesse di sviluppo, collusioni e tangenti.
Ed ora si arrabbiano per un nuraghe distrutto, un ambiente devastato, un turismo impossibile.
Sono solo ridicoli.
Peraltro, non mi sembra proprio la fase per ottenere riduzioni delle servitù; anzi alcune aree serviranno sempre di più, vista l'aria (di guerra) che tira.
Magari le nuove tecnologie rendono obsolete le grandi esercitazioni simulate, ma certo non la sperimentazione di nuovi sistemi d'arma o di nuove bombe.
Su questo la Sardegna è un avamposto insostituibile, una sorta di colonia interna utilizzabile senza remore e ritegno, sin dagli anni 50.
E la situazione non cambierà con un corteo o una petizione, inutile farsi illusioni.

Noi proseguiamo a non renderci conto dell'odio che stiamo seminando intorno a noi, su di noi e nei nostri confronti.
E non ci rendiamo ancora conto di quante adesioni e sostegni suscitino i califfi, e gli insorgenti in genere, nel mondo arabo.
E quanto lo scontro tra civiltà ( o quel che prova a presentarsi e camuffarsi come tale) si stia facendo reale nel mondo.
In realtà, non di due civiltà si tratta, ma sempre della stessa: quella fondata sulla guerra, sullo spirito di crociata, sull'espansionismo totalitario e monoteistico.
E' il patrimonio comune, e mai soppresso, dell'unica civiltà umana dominante: quella della violenza militare, della gestione bellica dei conflitti, della supremazia attraverso la potenza della morte.
Il nichilismo, fase suprema del capitalismo.



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