venerdì 19 settembre 2014

che cos'è la destra, cos'è la sinistra...

I NO hanno vinto in Scozia.
Ma come si può pensare di poter governare con una minoranza di sì che raggiunge il 45% ?
In che senso una maggioranza vince su questioni come queste ?
Il livello di fiducia ed il senso di appartenenza allo Stato unitario sono evidentemente bassissimi, in quasi metà della popolazione.
E chissà quanti dei No significano la stessa cosa, seppure apparentemente preferiscano (per paura del cambiamento o della novità, non certo per adesione al sistema attuale) di restare come e dove stanno.
Le regioni ricche vogliono l'indipendenza, vogliono separarsi dalle zavorre, vogliono riavere in mano le proprie risorse e le proprie tasse.
E' una strada che, al di là dei risultati di ieri, appare ineluttabile.
E non per motivi identitari, culturali, linguistici, ma soprattutto economici.
Gli stati unitari, comunque, non hanno più alcun senso.
Lo statalismo è una forma di organizzazione che potrà reggersi in piedi, d'ora in poi, solo attraverso gli eserciti.
Andrebbero esplorate altre strade che, come pensava Langer, tenessero insieme il massimo di buona distinzione col massimo di buona interdipendenza (il che si potrebbe tradurre in un vero macroregionalismo federale, se queste parole non fossero ormai state consegnate al leghismo).
Oggi, in questi nostri stati e in queste nostra finta Unione, non abbiamo nè l'una nè l'altra.
Abbiamo solo il peggio del nazionalismo patriottico, del localismo ottuso, e della violenza finanziaria chiamata BCE.

Il FMI e l'ex Ministro Sacconi plaudono al Job Act di Renzie.
Che non è altro che la riforma Ichino camuffata.
La realizzazione del sogno liberista attraverso il centrosinistra, come è già accaduto con Treu e Fornero.
D'altra parte, che cosa si può dire ai sindacati ?  Di smetterla con i soliti slogan del passato, che hanno sempre e solo garantito la loro stessa sopravvivenza e non certo tutelato chi lavora e chi non lavora.
Il processo di 'fine del lavoro a tempo indeterminato' ( e delle garanzie ad esso inerenti) è ineluttabile e dobbiamo rassegnarci ad un futuro senza lavoro.
L'unica cosa seria da fare sarebbe :
1. prepensionare a max 60 anni tutti quelli che hanno oggi un lavoro a tempo indeterminato, e far entrare a lavorare al loro posto trentenni e quarantenni che rischiano di passare la loro vita senza lavoro;
2. abolire gli ammortizzatori sociali assistenziali che durano da decenni e istituire il reddito minimo di cittadinanza;
3.riconvertire la produzione verso attività  ecologiche e poco energivore, verso la cultura e i l'autogestione sociale.
Ma chi farà mai cose simili ?
Ecco perchè, dopo la Fornero, ci penserà Poletti a smantellare quel che resta.
Prima del grande, nuovo, formidabile attacco alle pensioni e alla sanità pubblica.
Ne vedremo delle belle...





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