domenica 27 luglio 2014

TFR. Trattamenti di fine rapporto



Gli spazi di trattativa e mediazione, in qualunque campo, si stanno avvicinando allo zero, al punto di non ritorno.
Dall'Alitalia (fallimento dei referendum) al Senato (ostruzionismo ad oltranza), dall'Ucraina (dimissioni del Primo ministro) a Gaza, tutti procedono verso la guerra, l'ultima spiaggia.
Non ci sono piani B, ululano ai quattro venti, per ricattare interlocutori ed avversari.
Tutto finto, solo scaramucce ?
Ma, a forza di forzare la mano, e di bluffare (come è già accaduto in passato), il gioco prende la mano e l'escalation conduce al disastro.
Gli Stati e le Chiese appaiono sempre più nella loro natura profonda: organizzazioni dedite alla divisione degli umani; in sostanza, dedite al cannibalismo di massa.
Ormai badano solo a far sopravvivere se stesse, nutrendosi delle proprie vittime (alcune fanaticamente avvinte ad esse -come il PD o i jihadisti), altre meno volontariamente.

Appartamento vuol dire che uno si apparta, pensiamoci.
E, a pensarci, io, quello che avevo fatto negli ultimi anni, era stato appartarmi... (P. Nori)

I cittadini di Milano che oggi vengono evacuati dal loro palazzo per l'ennesima esondazione in pieno centro, fanno i conti con una natura che rompe gli argini.
Città assediate da crolli, voragini, strade che sprofondano su se stesse, quartieri transennati in attesa di improbabili manutenzioni.
Poco a che vedere con la guerra, i profughi, le deportazioni, gli esodi di massa, le morti che vivono le popolazioni a Gaza o a Mosul, nuovi pogrom che riannodano il prima e il dopo della modernità, intrisa da sempre di odor d'olocausto.

Eppure, hanno in comune qualcosa: l'illusione di essere protetti nelle proprie case, di poter vivere quietamente, indipendentemente da quel che accade 'fuori' o 'altrove', è saltata.
Come dice l'ONU per i palestinesi: non c'è più un luogo sicuro in cui potersi appartare, in cui non si possa rischiare di essere uccisi.
La catastrofe ambientale e la militarizzazione della vita 'civile', questa guerra permanente e diffusa che procede ad avvolgerci, gradualmente ma senza tregua, è in corso e avanza su quel che resta delle nostre vite...
Diveniamo ostaggi, giorno per giorno, topi in trappola in attesa di una tregua che ci permetta di correre a un mercato, a una banca, ad una pompa di benzina.
In attesa che riprenda a piovere sulle nostre teste, che siano bombe d'acqua o d'acciaio ed uranio, e che esplodano sopra i nostri silenzi e la nostra apparente, tranquilla, vita...
La vita in tempo di pace, come titola ironicamente Pecoraro la copertina del suo ultimo romanzo.

Io, se si escludono le cinquantenni sole, mi sento fuori target per chiunque.
Sono già abbastanza stupefatto di invecchiare, ma non avevo mai riflettuto sul fatto che significa diventare invisibili agli occhi delle donne...
Scopi più o meno con chi ti piace per tutta la vita, poi, quando cominci a pensare che in fondo non è poi così difficile, ti accorgi che stai uscendo dall'orizzonte biologico della specie: il tuo corpo non è più considerato utile, né dilettevole...
Tra poco, se ti soffermerai troppo a lungo con lo sguardo sul corpo di una ragazza si potrà dire di te che sei un vecchio bavoso...Allora sarà festa finita... Un tempo era bello guardare le ragazze, soprattutto per incrociare il loro sguardo, per quell'attimo di contatto che poteva rivelarsi intenso, talvolta folgorante...La forza del contatto fortuito, un istante di festa per l'immaginazione, un istante in cui si aprono mondi possibili...
Di solito non succedeva nulla, ma l'incrocio di sguardi mi dava un senso di pienezza, segnalava la densità erotica del mondo, la possibilità di sedurre...
Oggi nessuna delle squinzie che vedo qui sarebbe disposta a darmi un bacio, figurati a fare l'amore...
Ne sei sicuro, Brandani ?
Non dimenticare che in queste cose mai e poi mai ci hai capito nulla...
L'altro giorno, quando eri seduto al caffè, hai fissato a lungo i piedi di quella ragazza, così assolutamente perfetti nei loro sandali a strisce sottili, ti sei incantato e lei se n'è accorta, giovane e bruna...Ti ha guardato dritto negli occhi, sorridendo, e tu ancora una volta ti sei vergognato... A lei piaceva essere esaminata con tanta attenzione e voleva fartelo capire...Cercava complicità ma non le hai sorriso, non le hai detto nulla, ti sei voltato facendo finta di niente, poi ti sei alzato e sei andato dentro a pagare...
In pratica, sei fuggito, il contatto con quella ragazza, il suo sguardo diretto, ti hanno dato il panico, non hai saputo gestirti...
Ma cosa avrei potuto dirle ? E in quale lingua ?

(Francesco Pecoraro, La vita in tempo di pace, 2013)




1 commento:

  1. Ah ah ah...credo che molte cinquantenni sole o accompagnate se la passino un pò meglio del protagonista del racconto di pecoraro...ampliare lo sguardo...apprendere l'arte di cogliere ogni cosa, scoprire tanti piacevolezze anche piccole...
    Baci

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