sabato 28 giugno 2014

califfati

Avanza il califfato in Medio Oriente, sostenuto sotto banco da sauditi e siriani.
Quelle che si spacciavano per nazioni democratiche e stati unitari si scoprono in guerra permanente, grazie anche ai nostri interventi di pacificazione.
E si ipotizzano nuovi imperi, ma non americani.
Hanno nomi del passato, ma parlano la lingua del fanatismo religioso, delle armi, delle torture, della potenza finanziaria. Niente è cambiato, direbbe la poetessa polacca.
Si preparano a gestire, in autonomia dai poteri forti occidentali, gli ultimi decenni di oro nero.
E a sottrarci il controllo dei loro territori, in barba alle nostre profezie di vittoria.

In Europa, intanto, un califfo lussemburghese, certo Juncker, viene eletto a capo della Commissione.
Si sa che il Lussemburgo è la patria della democrazia (infatti è un granducato), della trasparenza finanziaria (infatti è la mecca dei depositi neri), della libertà (di mercato).
Ognuno ha i califfi che si merita.
Ma noi non usiamo la violenza manifesta della guerra per imporli. Troppo sgradevole a vedersi.
Ci bastano le riunioni e i ministri e i parlamenti.
L'importante è che si facciano votare; chi sono, chi proteggono, che cosa fanno,  non importa

Io, intanto, mi faccio un Calippo al giardinetto.
C'era una volta la democrazia...







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