martedì 25 febbraio 2014

triste carnevale

Una mia ex, quando sentiva i rumori dei cortei di carnevale che provavano i loro frizzi e lazzi, e facevano rimbombare i tamburi sulle strade, si rincantucciava tra le lenzuola e tremava per la paura.
Quei suoni la angosciavano come delle campane a morto.

Il ricordo, e in questi ultimi anni vuoti e silenti me ne tornano in mente tanti, è sopraggiunto nell'assistere all'ennesimo ballo mascherato inscenato ieri al Senato, un baraccone inutile che -forse. ma ne dubito- sta per chiudere.
Renzino lo spaccone, mascherato da premier, prometteva mari e monti, a costo zero.
Un discorso da vero imbonitore televisivo, all'altezza del suo modello inconscio, il mitico Berlu, quando faceva i contratti da Vespa.
Ma con più tristezza, approssimazione, sconforto, senso di ripetizione, noia.
Primo, perchè in un solo decennio questi discorsi li fa ora il segretario del Pd, e non il capo di Forza Italia.
Secondo, perchè tutti sanno che si tratta del solito refrain ammiccante, con una gradevole musichetta, ma senza testo.
Terzo, perchè -rispetto a dieci anni fa- chi lo ascolta -in tv o sugli scranni- è messo molto peggio, in tutti i sensi (economico, morale, psico-fisico...).

Il Carnevale entra nel vivo, ma chi può aver voglia di organizzare sfilate, fare scherzetti, mascherarsi sopra le maschere quotidiane, saltellare per gioco?
Eppure tutto va avanti, ritualmente, senza energie, senza senso.
Per i turisti, per chi guarda e paga, per lo spettacolo che -si sa- deve continuare.
Così anche i partiti, e i nuovi governi.
Si va, ce la si mette tutta, ci si prova (chi può dire che Monti o Letta si siano riposati...?), ma si gira a vuoto, non si muove nulla, non si risolve nulla.
Intanto, però, stanno lì, al potere.
E noi qui, nell'impotenza.
Una posizione comoda, forse, per entrambi.

E si continua a far battute, a ridere, a scherzare.
Al Senato come al bar, ha rivendicato ieri Renzi.
Parla come mangia, l'unica cosa che mi piace di lui.
Ma è poco.
E non è vero.
E non mi diverte.





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