domenica 12 gennaio 2014

il boia sharon

Ed è arrivato il turno anche per il boia Sharon...
Anche lui riabilitato, da morto.
La nostra è una cultura della generale riabilitazione, dell'eterna pacificazione.
Uno può fare qualunque cosa nella vita e, alla fine, ci sarà sempre un buon motivo per salvarlo.
Purchè il conflitto dilegui e scompaia, che anche Sharon sia beatificato, amen!

8 anni di coma, spero abbia avuto tempo di parlare con se stesso e con il suo Dio.
Da tempo sostengo che Israele sia divenuto il modello di gestione della complessità per tutto l'Occidente.
Da tempo ha smesso di essere un problema (se non per i palestinesi, ed anche loro chissà cosa sarebbero -e se sarebbero- senza un eterno nemico così ben 'nemico'....).
E Sharon ha aperto l'ennesima nuova sfida per i nostri governanti: fare i morti, ibernarsi, fare il pesce in barile, prendere tempo per non morire. Pur essendo di fatto già morti da tempo.
E' una ripresa, in grande e con mirabolanti mezzi tecnici, del modello mummificante sovietico, tanto bistrattato da quelle che allora si facevano ancora chiamare 'democrazie'.

E, intanto, il grande teatro ospedaliero delle fleboclisi, quel che chiamiamo ancora 'politica' e ormai non è altro che puro 'esercizio di sopravvivenza per un ceto di professionisti in coma', continua nei suoi ridicoli voli e voti, auspici e promesse.
E gli anni passano, ma sembra che riusciranno a prenderci per il culo in eterno.
Forse, alla fine, scopriremo che gli Sharon in coma siamo noi, e che non ci risveglieremo più, sino alla morte, ora et semper...




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