domenica 24 novembre 2013

lettera aperta ai Cinque Stelle

Cari amici del Movimento 5 Stelle,

prima di tutto vorrei presentarmi: mi chiamo Enrico Euli, ho quasi 53 anni, di cui almeno trenta dedicati alla formazione nonviolenta dei movimenti sociali e politici (ecopacifisti e no-global, ma non solo...).
Da dieci faccio il ricercatore all'Università di Cagliari, dove insegno Metodologie del gioco e del lavoro di gruppo nei corsi di Scienze della Formazione.
Il corso di quest'anno è dedicato alla 'pedagogia delle catastrofi', tema sul quale lavoro da qualche tempo ed al quale ho dedicato i miei ultimi libri (Casca il mondo! Giocare con la catastrofe (2007) e Imparare dalla catastrofi (2012)).
Non ho mai avuto tessere di partito, se escludiamo la prima fase dei Verdi, in cui sono stato vicino a Roberto Cotti, vostro attuale senatore, di cui sono amico da tempo.
Da qualche tempo, tengo anche un blog, Saturnalia, in cui provo anch'io ad abbaiare alla luna.
Alle ultime elezioni non ho votato, ma -se l'avessi fatto- avrei votato per voi.
Da tempo vorrei scrivervi.
Questa mi sembra la sera giusta...


Dalla disaffezione alla defezione.

Il vostro ingresso nel teatro politico ha senz'altro generato in esso un primo, importante scossone: ha riportato all'iniziativa e all'impegno (o, perlomeno, al voto) milioni di persone che parevano destinate al silenzio, alla rassegnazione o ad una deriva distruttiva e violenta.
Ha dato un primo sbocco a quella che comunemente viene definita 'disaffezione' dalla politica di partiti ed istituzioni sedicenti 'democratici'.
In questi ultimi mesi, però, stiamo anche assistendo -spesso impotenti- a tutte le forme di resistenza, manipolazione e mistificazione di cui il sistema tradizionale appare ancora capace.
Esso rivela, almeno a breve, uno stomaco di struzzo di notevoli dimensioni, capace di digerire e triturare tutto, forse anche voi.
Da quel che leggo e sento, nonostante i vostri generosi tentativi di opposizione e innovazione dall'interno, mi pare che il sistema rischi di inglobarvi e neutralizzarvi, più che farvi riuscire -al contrario- a realizzare quel suo 'cambiamento catastrofico' che -giustamente- vi ripromettete.
Non so se condividete questa analisi, ma per me questo ora non è comunque la cosa più importante.
Mi interessa parlare, invece, del futuro, anche prossimo: quello che si avvicina, e ci conduce inesorabilmente verso le elezioni europee e, spero al più presto -ma ne dubito fortemente-, nazionali.
Condividiamo, credo, l'idea che questi due appuntamenti dovrebbero generare un secondo, decisivo scossone, tale da rivoltare gli equilibri delle attuali istituzioni politiche.
Perchè questo avvenga è necessario spostare ancor di più masse enormi di elettorato verso il M5S, a discapito -da un lato- dei partiti tradizionali e -dall'altro- dell'astensionismo.

Il mercato elettorale è oggi infatti diviso sostanzialmente in quattro:
il 60 % vota (e si divide in tre), il 40% non vota (o vota scheda bianca/nulla).
Il M5S sembrerebbe avere davanti a sé due strade:
  1. Proseguire nel tentativo di pescare nuovi voti nell'area dei votanti che ancora non lo votano; mi pare -sinceramente- una via impervia, sulla quale non sarà possibile andare molto oltre i frutti già raccolti; il centro-sinistra ed il centro-destra rappresentano un coacervo di interessi, di poteri forti e di rimozioni-assuefazioni talmente potenti e persistenti da non farci sperare in crolli improvvisi tali da rimpinguare ulteriormente il vostro consenso.
  2. Proseguire nel tentativo di ridurre l'area dell'astensione; mi pare che anche questa strada sia piuttosto improbabile, se non in misura minima e non tale -comunque- da generare spostamenti notevoli di voti. Lo scontento è crescente, e crescerà ancora, in particolare verso l'Europa. E si manifesterà, probabilmente, con una fortissima crescita dell'astensione proprio alle prossime elezioni per il nuovo Parlamento europeo.

Da psicologo non praticante (e da astensionista) direi: è più facile che proseguano ad astenersi e non che riprendano a votare e votare Cinque Stelle.
Non sarebbe meglio che il M5S facesse votare se stesso, invece, proprio invitando tutti ad astenersi ?
Se Maometto non va alla montagna...

Da esperto di gioco direi questo: che il gioco è truccato, e siamo circondati da maggioranze di giocatori che -oltretutto- barano, col consenso del banco.
Se non riusciamo a far saltare il banco e a cambiare gioco, giocare è inutile perchè non possiamo vincere anche quando vinciamo (come dimostra quel che è avvenuto dopo le ultime elezioni).
Voi direte: non abbiamo vinto abbastanza, dobbiamo andare oltre e stravincere, trionfare: solo così li manderemo a casa!
Ma c'è molto da dubitare che si possa stravincere e che se ne vadano, se stiamo al (loro) gioco.

E da persuaso nonviolento, quindi, aggiungerei: è giunto il momento di non collaborare più al loro gioco, di boicottarlo, e di iniziare a giocarne un altro, il nostro.
Passare, cioè, dalla disaffezione alla defezione.


Verso una non-collaborazione attiva, pubblica, condivisa.

A mio parere, è giunto il tempo per il M5S di animare una campagna politica di massa per boicottare le prossime elezioni politiche.
Se vogliamo davvero delegittimare il sistema dei partiti e condurlo alla sua disfatta totale, dobbiamo smontare il suo giocattolo principale, che è rappresentato indubitabilmente proprio dal rito elettorale.
Per giungere a questo si dovrà riuscire a trasformare l'astensione da azione individuale a scelta collettiva e condivisa; da atto clandestino a impegno pubblico e politico; da segno di impotenza e sterile protesta a forma di lotta e di (ri)presa del potere di cittadinanza.

Cosa può significare questo, tecnicamente ?
Dovremmo ovviamente discuterne a lungo, laddove condivideste l'idea.
Al momento, mi vengono in mente tre possibilità concrete e realizzabili, tra loro peraltro compatibili:
  1. animare un appello pubblico al non-voto, in cui milioni di persone si dichiarano indisponibili ad andare alle urne, inutilmente, ancora una volta;
  2. far modificare la scheda elettorale, in modo tale che -tra i vari simboli- compaia anche (come già accade in alcuni stati USA) il simbolo 'nessuno di loro';
  3. andare al seggio, farsi dare la scheda e renderla indietro, chiedendo che l'azione di rifiuto venga registrata e illustrata nelle sue motivazioni (una legge ce lo consente).

Credo che un'azione nonviolenta di tale portata, perfettamente legale ma così fortemente innovativa, provocatoria e disobbediente, accrescerebbe notevolmente l'impatto del M5S sul sistema politico-istituzionale ed il suo prestigio in Europa e nel mondo.

Non vado oltre per stasera,
Se foste interessati anche solo a discutere di questa possibilità sono ovviamente disponibile a proseguire con voi questa conversazione.
Immagino che vi arrivino decine di proposte come queste, più o meno valide o strampalate.
Ed immagino che siate, come dire, abbastanza oberati.
Quindi, per ora saluto e vi auguro buon lavoro e buona vita

























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