domenica 1 aprile 2012

verso fufulsu

Ieri sono andato a vedere 'The lady', dedicato alla vita di Aung San Su Kyi.
Dà un'idea della vita, delle scelte e della tenacia e forza di questa donna che, figlia di un generale, incarna oggi proprio la nonviolenza come  'l'equivalente morale della guerra'.
Ma la nonviolenza nel film è relegata ad una copertina di un libro di Gandhi e ad un'azione eroica, di lei che cammina impavida tra i fucili del regime.
Molto romanticismo familiare, molta narrativa occidentale che genera commozione, ma poco succo.
Così come era già accaduto per 'The iron lady', qualche mese fa.
Un film da vedere, per avvicinarsi al personaggio e per introdursi a quel che potrebbe essere la lotta politica nonviolenta. Ma non molto di più o di meglio.

Ieri sono tornato al Cungiareddu, con M.
Bella giornata di sole, cielo azzurrissimo, prati ricoperti di asfodeli e di fiorellini violetti.
Mimose, mandorli e ginestre che sbocciano.
La domus de janas sempre lì, da 3500 anni.
I campi verdissimi, ancora per poco, vista la calura crescente.
Il momento giusto per andare.
Quando tornerò dal Ghana, procederò gradualmente verso l' 'operazione casetta in campagna'.
Chi volesse essere coinvolto, batta un colpo!

Ieri ho iniziato a riempire le valigie, verso Fufulsu, piccolo villaggio a nord del Ghana, appunto.
Partirò martedì mattina presto, per Milano-Londra-Accra, con quattro giovani studenti, Giuseppe, Michael, Alice e Marta.
Siamo carichi di cibo, medicine, zanzariere, risme di carta e cancelleria, lenzuola e stoviglie, vaccini.
Io, come al solito, mi affido alla buona sorte contro germi, virus e insetti.
Starò lì solo 15 giorni, in un viaggio che, per loro, durerà due mesi.
Mi affido alla loro giovinezza, alle loro energie.
E spero di trovare almeno qualcosa tra quel che resta delle mie.
Sono curioso.
Mi è molto difficile immaginare quel che ci aspetta, anche se il primo gruppo è già tornato e ci ha raccontato qualcosa. E' la prima volta che starò così a lungo in un piccolo villaggio dell'Africa, senza luce e senza acqua corrente, circondato da persone che parlano poco inglese e molti dialetti incomprensibili (twi e gonja, soprattutto).
Ma il villaggio, circa 8000 persone col circondario, sta vicino all'White Volta e al crocicchio di strade importanti, non lontano dal Parco di Mole, ed è già attorniato da 4 antennone per le telecomunicazioni.
Potenza, un pò surreale, della modernità.
Quindi, forse, non perderemo del tutto i nostri contatti.
A meno che non mi venga da desiderarlo.
Ci sarà ancora qualche posto del mondo in cui si possa stare davvero soli ?

1 commento:

  1. Con imperdonabile ritardo sono venuto a conoscenza di questo blog! Fai buon viaggio Enrico che poi sono anche io curioso di leggere le tue impressioni sul Ghana.
    Un abbraccio

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