sabato 7 gennaio 2012

il giovane walden

Stanotte sono rimasto sveglio per un pò, sia perchè avevo appena spento la luce dopo aver finito di leggere 'Votare Robinson per un mondo migliore' di Donald Antrim (un libro perverso e geniale, che tiene svegli...!), sia perchè mi è tornato alla mente un piccolo terreno, sotto la pineta di Sinnai, che ho comprato -insieme alla bici- con i guadagni delle mie ripetizioni di greco e latino, nel lontano 1980.
Allora frequentavo Ugo Dessy, un maestro anarchico, scrittore e mentore della mia giovinezza.
Avevamo comprato insieme dei terreni, lui grandicello ed io molto piccolo, un 'cungiareddu' di un'ara (1000 metri quadri). L'avevo pagato 1.000.000 di lire di allora.
Sul mio c'era una vecchia vigna bassa, qualche pesco e mandorlo, un grande ulivo, un ruscelletto secco a confine. Un bel posticino, in cui sognavo allora di fare il filosofo contadino, libero e libertario.
Ci sono andato spesso, con loro, per due anni.
Poi, per vari motivi, abbiamo smesso di frequentarci e non ci sono più stato.
Non so neppure che fine abbia fatto, se l'abbiano curato loro, se esista ancora qualcosa di quel che ricordo. So che Ugo è morto, poco tempo fa.
Insomma, mi è tornata voglia di vederlo, anche se non saprei neanche più come arrivarci.
E il pensiero mi teneva sveglio, con nuovi piccoli sogni annessi e connessi: appoggiarci una casetta di legno, andarci a vivere un pò, almeno ogni tanto, uscire dalla finta compagnia della città, vivere in modo ancora più ecologico e sobrio di quanto non riesca a fare già, etc etc...
Oggi ho aperto un sito sulle casette di legno, ed ho visto anche i prezzi (accessibili, direi...).
Ed ho pensato che potrei iniziare a fare qualche passo, riprendere i contatti con Gigi e Luisa (amico e moglie di Ugo), capire un pò la situazione attuale, provarci...
Sì, ci proverò.

Deve essere la lettura di Walden ad avermi ri-ispirato.
Thoreau è veramente forte!
Divertente, ironico, pieno di vita e di sana presunzione, spietato e sensibile...
Se si afferma che la civiltà è un vero progresso nella condizione umana (e sono di questo parere anch'io sebbene solo i più saggi migliorino il proprio stato), resta da dimostrare che essa ha prodotto abitazioni più comode senza renderle più costose; e il costo di una cosa è l'insieme di quello che chiamerò vita che, subito o a lungo andare, bisogna dare in cambio per ottenere la cosa stessa. Qua attorno una casa media costa circa ottocento dollari, e a metter da parte questa somma occorrono, per un operaio libero di gravami familiari, dieci o quindi anni di vita...Così, prima di guadagnarsi il suo wigwam, egli deve consumare più della metà della sua vita...Sarebbe forse agire saggiamente -da parte di un selvaggio- cambiare la sua capanna con un palazzo, a condizioni simili ?
Pensando al mio mutuo (che comunque scade tra soli quattro anni e poi sarò libero!), e ai debiti terribili di quasi tutte le famiglie che vedo intorno, come dargli torto ?

Qualcuno, quando parla con me, pensa che io sia triste e depresso perchè la gente non trova lavoro, perchè non ci sono soldi in giro, perchè non si riesce più a comprare nulla o quasi, perchè tra poco la catastrofe avanzerà ancora...
La cosa che mi rattrista di più, invece, e che mi fa disperare talvolta, è che non siamo e non saremo capaci di cambiare vita e premesse, pur in mezzo a tutto questo...
Molti lussi e molte delle cosiddette comodità della vita, sono non solo inutili, ma addirittura effettivi intralci all'elevazione morale dell'uomo...Nessuno può osservare la vita umana con maggiore saggezza e imparzialità che da quella posizione vantaggiosa offerta da una povertà volontariamente scelta...Essere filosofi  non significa soltanto avere dei pensieri acuti, nè fondare una scuola, ma amare la saggezza tanto da vivere secondo i suoi dettami: cioè condurre una vita semplice, indipendente, magnanima e fiduciosa.
Ma perchè gli uomini degenerano sempre di più ? Cosa spinge le famiglie alla rovina ? Qual'è la natura del lusso che snerva e distrugge le nazioni e i costumi ?...Parlo alla massa degli scontenti che si lamentano passivamente della durezza della loro sorte o dei tempi, quando potrebbero tentare di migliorarli. Vi sono certuni che si dolgono più profondamente e sconsolatamente degli altri poichè dicono che stanno facendo proprio il loro dovere. Intendo anche parlare a quelli che sono ricchi in apparenza ma in effetti sono i più poveri di tutti, in quanto hanno accumulato scorie di cui non sanno che uso fare o come liberarsi, e che così si sono costruiti con le loro stesse mani catene d'oro o d'argento...  (Walden, ovvero la vita nei boschi, pp.59-61)

Sì, mi ispira.
Anno nuovo, vita nuova?
Che fretta...!
Intanto, continuiamo con questa solita vita, almeno per un pò...

1 commento:

  1. i compleanni ti riportano a su "cungiareddu"...sono contenta:
    «Divido la mia giornata tra lo studio ed il lavoro in giardino, quest'ultimo serve alla meditazione e alla digestione spirituale, e per questo viene svolto in solitudine.»
    Da una lettera di H.Hesse a C. Isenberg, scritta nell'aprile del 1934.

    RispondiElimina